La persecuzione dei cristiani e lo scontro di inciviltà
Tempo di lettura: < 1 minuteSulla Stampa del 9 gennaio è pubblicizzato uno studio realizzato da Porte Aperte, organismo che vuol essere «al servizio dei cristiani perseguitati». Questa la lista dei Paesi in cui, secondo i ricercatori del centro, la situazione dei cristiani è più critica (nell’ordine): Corea del Nord, Arabia Saudita, Afghanistan, Iraq, Somalia, Maldive, Mali, Iran, Yemen e Eritrea.
Nella classifica colpisce che la Siria abbia «guadagnato» in un anno venticinque posizioni, causa guerra civile, piazzandosi all’11° posto. Altro dato significativo quello della Cina, che passa dal 21° posto al 37°, «confermando un trend positivo iniziato nel 2010 (era il 13°)».
Commenta così l’autore dell’articolo: «Il messaggio contenuto nella persecuzione crescente dei cristiani è come la campana di Hemingway suona per tutti. Quanto più l’Occidente viene percepito come il dominatore (politico, commerciale o culturale) su cui prendersi la rivincita appena possibile, tanto più i cristiani che a esso sono associati finiscono nel mirino (…). Dio c’entra insomma, ma nella misura in cui serve strumentalmente a “nobilitare” un animalesco scontro di inciviltà».