Grande Polonia: il mostro geopolitico prossimo venturo
Tempo di lettura: 4 minutiMentre incerto prosegue lo scontro in Ucraina è certo, invece, che tra i sicuri vincitori di questa guerra ci sarà la Polonia. Il recente viaggio del primo ministro polacco Mateusz Morawiecki a Washington ha rilanciato a titolo definitivo questa prospettiva geopolitica di rilevanza globale, perché notevole sarà il in futuro il peso della Grande Polonia.
Sul tema ne scriveva il Guardian: “Tutti i principali partiti polacchi sostengono l’Ucraina, ma sperano anche che, sebbene l’arco della storia sia lungo, alla fine si pieghi verso un nuovo ordine geopolitico. Vogliono che l’Ucraina emerga da questa guerra come un astro nascente, rovesciare il secolare orientamento occidentale dell’Europa – e fare della Polonia la vincitrice non dichiarata” del conflitto.
Polonia: le mutevoli interpretazioni dell’integrità territoriale
Tale fulgida prospettiva si concretizzerà dopo la fine della guerra grazie all’annessione dell’Ucraina – quel che ne resterà – alla Polonia. Peraltro, una gentile concessione di Zelensky, che nella visita a Varsavia di inizio aprile lo ha dichiarato a chiare lettere, affermando che “non ci saranno più frontiere” tra le due nazioni, (accreditando così alla sua persona il potere di fare quel che vuole del Paese di cui dovrebbe essere solo presidente).
Sviluppo invero stupefacente per una guerra nella quale l’Occidente è sceso in campo a difesa dell’integrità territoriale dell’Ucraina perché il rispetto di tale integrità sarebbe parte delle “regole” del mondo che si intende preservare. Tale integrità, minacciata dalla Russia, sarà preservata, appunto, con la diluizione dell’Ucraina nella Grande Polonia. Una palese schizofrenia.
Se tale prospettiva ha un suo fondamento non è tanto per le mire espansionistiche polacche o le arbitrarie decisioni di Zelensky, quanto per gli sponsor internazionali di tale progetto, che poi sono gli stessi ambiti che stanno alimentando questa guerra per procura contro la Russia, cioè i circoli anglosassoni iper-atlantisti.
Su Foreign Policy, ad esempio, una lode sperticata di tale prospettiva, che ripropone in chiave moderna l’età dell’oro della Grande Polonia, quella dell’Impero degli Jagelloni instauratosi verso la fine del ‘300 – dopo la fusione con la Lituania per via matrimoniale – che durò, tra alterne fortune, fino al XVI secolo, estendendo il suo dominio su Bielorussia, Ucraina, Lettonia, Estonia, Cechia, oltre a parte della Prussia, dell’Ungheria e della Russia.
Ed è proprio a questo periodo che si deve l’acceso contrasto tra Polonia e Russia, perché i russi furono talmente avversi alla dominazione polacca che il giorno della liberazione di Mosca dall’oppressore è ancora oggi celebrato come festa nazionale (che peraltro, coincide con la festività della Madonna di Kazan, protettrice della Russia, anche perché alla sua intercessione fu accreditata la liberazione).
La più potente nazione d’Europa
L’atavico antagonismo Mosca-Varsavia fa della Grande Polonia un baluardo ideale per contenere la Russia e tagliare in via provvisoriamente definitiva i rapporti tra Mosca e l’Europa occidentale, come da desiderata neocon (vedi video).
Ma, come spiegava il Guardian nel passaggio succitato, ha anche lo scopo di ridimensionare vieppiù il ruolo geopolitico dell’Europa occidentale. Infatti, come spiega il FP, l’Impero jagellonico non nasceva anzitutto per fronteggiare nemici orientali, ma per far fronte alla “minaccia dei Cavalieri Teutonici”.
Istruttivo il prosieguo dell’articolo di FP, nel quale, dopo aver evidenziato le difficoltà che incontra l’Ucraina nell’aderire alla Nato e alla Ue, spiega: “Immaginiamo invece che, alla fine della guerra, Polonia e Ucraina formino uno stato federale o confederale comune, fondendo le loro rispettive politiche estere e di difesa e portando quasi istantaneamente l’Ucraina nell’UE e nella NATO”.
“L’Unione polacco-ucraina diventerebbe il secondo paese più grande dell’UE e probabilmente risulterebbe la più grande potenza militare del continente, assicurando più di un adeguato contrappeso al tandem franco-tedesco, qualcosa che manca all’UE dopo la Brexit” [a tutto vantaggio di Londra, si può aggiungere].
Baluardo anti-russo
“Per gli Stati Uniti e l’Europa occidentale, l’unione sarebbe un modo permanente per proteggere il fianco orientale dell’Europa dall’aggressione russa. Invece di un paese sconclusionato e un po’ caotico di 43 milioni di persone che indugia nella terra di nessuno, l’Europa occidentale sarebbe protetta dalla Russia da un paese formidabile con una coscienza molto chiara della minaccia russa”.
“Senza un’Ucraina indipendente, non ci può essere una Polonia indipendente”, ha affermato pubblicamente Jozef Pilsudski, che guidò la Polonia tra le due grandi guerre, sostenendo una federazione dell’Europa orientale guidata dalla Polonia che comprendesse Lituania, Bielorussia e Ucraina, fondamentalmente una riedizione del Commonwealth medievale” [polacco-lituano].
“Non è una fantasia. All’inizio della guerra, la Polonia ha approvato una legislazione che consente ai rifugiati ucraini di ottenere carte d’identità polacche, dando loro, in tal modo, la possibilità di accedere a una serie di benefici sociali e sanitari riservati ai cittadini polacchi”.
“Il governo ucraino ha promesso di ricambiare la cortesia, estendendo ai polacchi residenti in Ucraina uno status legale negato ad altri cittadini stranieri. Con oltre 3 milioni di ucraini che vivono in Polonia […], i legami culturali, sociali e personali tra le due nazioni si rafforzano ogni giorno”.
Il mostro geopolitico
Tale fusione/annessione comporta molte difficoltà, ma FP cita l’unificazione tedesca post ’89 come esempio virtuoso di riferimento. Si può fare “quando esiste una volontà politica”, conclude. E la volontà politica c’è: Stati Uniti e Gran Bretagna potranno contare su Varsavia per tutelare i loro interessi nel Continente europeo e nei confronti di Mosca.
Se si considera l’armamento Nato che si sta riversando in Ucraina e Polonia, la convergenza del movimento neonazista ucraino con le pulsioni nazionaliste polacche, l’acceso antagonismo dei due Paesi verso la Russia, reso incandescente dal conflitto attuale, e le loro malcelate mire sulla Bielorussia, tutto ciò fa di questa creatura geopolitica, nata dall’ingegneria politica anglosassone, un mostro geopolitico conficcato nell’Europa continentale. La realizzazione del sogno neocon rischia così di rivelarsi un incubo per il resto dei Paesi europei (e non solo).
A chiusura, si può accennare al fatto che tale prospettiva non è di oggi. Da tempo la Nato, in combinato disposto con i politici locali, sta lavorando al progetto Intermarium, cioè l’unione dei Paesi dell’Europa centro-orientale, dal Baltico al Mar Nero fino all’Adriatico, in funzione anti-russa; come da tempo si rincorrono notizie sulla fusione ucraino-polacca. Ma ci è sembrato utile registrare l’accelerazione in atto.