3 Maggio 2023

I droni sul Cremlino. Prove di terza guerra mondiale

Fotogramma dell'esplosione sul tetto del Cremlino. I droni sul Cremlino. Prove di terza guerra mondiale
Tempo di lettura: 2 minuti

I droni lanciati sul Cremlino questa notte indicano il livello di follia raggiunto da questa guerra. Certo, si tratta di un’azione del tutto spettacolare, dal momento che non potevano fare che qualche danno, non avendo alcuna possibilità di penetrare il bunker che protegge il presidente russo.

Ma si può immaginare cosa sarebbe successo se al posto del Cremlino ci fosse stata la Casa Bianca… l’Ucraina sarebbe stata letteralmente incenerita. Kiev nega responsabilità sull’accaduto, ma non può essere creduta, nonostante stavolta il suo diniego potrebbe essere vero.

Mosca non può far altro che puntare il dito contro Kiev: non può certo accusare Washington o altri Paesi (che pure usano gli ucraini come manovalanza) senza dare inizio a una guerra, e a una guerra atomica data la portata dell’attacco subito (l’ipotesi che sia parto di guerriglieri russi è ridicola: servono capacità altissime per violare i sofisticati presidi che di certo difendono il Cremlino; né è una false flag, è assurdo pensare che il Cremlino possa ostentare proprie vulnerabilità).

Si tratta di una pazzia vera e propria che sta alla Nato sedare. Stavolta Mosca può lasciar correre, ma puntare una posta tanto alta contando sulla moderazione della risposta russa è follia.

E dire che a essere additato come pazzo è Putin. Se fosse davvero pazzo, nessuno dei suoi tanti e variegati nemici avrebbe osato tanto.

Servirebbe che Biden chiamasse il suo omologo russo: la linea rossa è stata istituita proprio per eventualità del genere; cioè per rassicurare il nemico, che tale rimane anche se ci si parla, che non si vuole un conflitto atomico.

Ma, anche se a livello più basso, una linea di dialogo Nato – Russia si è certamente aperta tra la notte e la mattina. Lo denota il fatto che un attacco tanto spettacolare è stato reso di pubblico dominio solo molte ore dopo l’accaduto, a giorno inoltrato.

Evidentemente nelle ore precedenti, nel segreto, si sono intrecciate richieste, spiegazioni, rassicurazioni e quanto altro. Il mondo è rimasto così per ore sospeso sull’abisso, senza che nessuno sapesse nulla.

Bisogna chiudere questa maledetta guerra. E in fretta.

 

Ps. L’attacco al Cremlino ha un ulteriore scopo. La controffensiva ucraina stenta a partire e tanti sono gli articoli che trasudano diffidenza sul suo esito. Pericolosa flessione della propaganda. Serviva una notizia di successo. L’attacco spettacolare riempie il buco e rinfocola la narrativa trionfalistica.