Sullivan incontra Wang Yi: la Casa Bianca cerca di smarcarsi dai falchi
Tempo di lettura: 2 minutiRiportiamo un report ufficiale della Casa Bianca: “Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha incontrato dal 10 all’11 maggio a Vienna Wang Yi, membro del Politburo del Partito Comunista Cinese e Direttore dell’Ufficio della Commissione per gli Affari Esteri. Le due parti hanno avuto discussioni sincere, sostanziali e costruttive su questioni chiave nelle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Cina, questioni di sicurezza globale e regionale, la guerra della Russia contro l’Ucraina e questioni relative allo Stretto [di Taiwan], tra le altre cose”.
Sullivan incontra Wang Yi
“Questo incontro faceva parte degli sforzi in corso per mantenere linee di comunicazione aperte e gestire responsabilmente la concorrenza. Le due parti hanno concordato di mantenere aperto questo importante canale strategico di comunicazione per promuovere tali obiettivi, basandosi sull’impegno tra il presidente Biden e il presidente Xi a Bali, in Indonesia, nel novembre 2022”.
Più scarno Il report di Pechino. Accenna al fatto che i due hanno parlato dei rapporti bilaterali e della crisi ucraina, confermando che il dialogo è stato “sincero, approfondito, sostanziale e costruttivo”.
Certo il focus sarà stato sui rapporti Cina-Usa, ma la crisi ucraina ora è priorità e avrà trovato ampio spazio nel dialogo. Va ricordato, peraltro, che la Cina sta cercando di aprire vie al negoziato.
Appare importante il riferimento a Bali del report americano. Infatti, nell’occasione non si ebbe solo l’incontro tra Biden e Xi Jinping, ma anche un incontro, fugace ma più che significativo, tra Lavrov e Blinken. Insomma, in qualche modo si era cercato un approccio tra i duellanti.
Ed è possibile che qualcosa a Bali si fosse mosso. A distruggere tali possibilità arrivò la notizia di un razzo russo caduto in Polonia. Incidente che le autorità di Kiev tentarono di usare per convincere l’America a entrare in guerra, dal momento che Mosca aveva colpito deliberatamente un Paese Nato.
L’incidente, riferirono i media Usa, avvenne mentre Biden dormiva; svegliato nel cuore della notte, non volle rispondere alle insistenti chiamate di Zelensky, che aveva già contattato Blinken per metterlo al corrente del fatto. Fu poi Sullivan, l’uomo dell’amministrazione più vicino a Biden, a sbrogliare la matassa, chiamando Zelensky e convincendolo ad abbassare i toni. Il razzo, si seppe poi, era stato sparato dalla contraerea ucraina (vedi Piccolenote).
Insomma, cenno significativo quello su Bali. Certo, immaginare che le conversazioni viennesi tra Sullivan e Wang Yi possano risolvere il complesso rebus ucraino è ingenuo. Ma va segnalato come l’incontro avvenga dopo l’intervista di Kissinger che ha parlato di un Endgame della guerra a fine anno, proprio grazie alla mediazione cinese.
L’America è divisa e parte della sua leadership vuole chiudere la partita, scontrandosi con i falchi che stanno facendo di tutto per tenerla aperta. Le conversazioni di cui sopra, peraltro protrattesi per due giorni, indicano che lo scontro nel cuore dell’Impero è ancora in corso.