Niger. Il ritorno alla democrazia è solo un pretesto
Tempo di lettura: 3 minutiSu quanto sta avvenendo Niger si riscontra poca lucidità, a parte rare eccezioni, oltre al vociare di tanti analisti interessati. Ci sembra interessante, quanto doveroso, riportare le acute e puntuali osservazioni della nigerina Elisabeth Sherif pubblicate su NigerDiaspora. Riportiamo ampi stralci del suo scritto.
Il ritorno alla democrazia è solo un pretesto
“Il ripristino della democrazia è ben lungi dall’essere il motivo delle sanzioni prese contro il Niger e del programmato intervento militare. Tanto più che il Niger ha rotto con le sane pratiche democratiche dal 2013, sotto gli occhi di tutti!”
“Va forse ricordato che” dopo le elezioni presidenziali del 2013 “il partito al governo ha fortemente spinto le divisioni e il dissenso all’interno dei maggiori politici del Paese?”
“Questa manovra, che le opposizioni all’epoca descrissero come ‘oppressione’ dei partiti politici’, doveva garantire la rielezione del partito al governo nel 2016. Mai il Niger ha vissuto un clima politico così deleterio, nel quale sono state comprate coscienze e si è assistito a una normalizzazione “monetizzata” degli oppositori”.
“Le elezioni del 2016 si sono così svolte in condizioni grottesche. Il candidato arrivato secondo dovette organizzare la sua campagna per il primo turno elettorale dalla sua cella di prigione, prima di boicottare il ballottaggio come tutti gli altri partiti di opposizione”.
“Le elezioni presidenziali 2020-2021 sono tra quelle più contestate dall’inizio del processo democratico, nonostante il tanto rivendicato passaggio di potere da un civile all’altro”.
“Inoltre, il numero di ministri le cui fortune sono stimate in centinaia di milioni, e miliardi per alcuni, illustra abbastanza bene il modo con cui si è governato durante la VII Repubblica (1). Un modo di governare che il presidente Mohamed Bazoum, ostaggio dalla frangia radicale del suo partito, non è riuscito a cambiare veramente, rimanendo al di sotto delle aspettative e deludendo le popolazioni sempre più svantaggiate. Si può diventare immensamente ricchi, nel giro di pochi anni, solo gestendo un Paese regolarmente classificato tra i più poveri del pianeta?”
“Che dire poi della stigmatizzazione e della prigionia coatta di cittadini pacifici, la cui unica colpa è stata quella di denunciare le inclinazioni predatorie di influenti circoli di potere e la loro incapacità di farsi carico dei problemi esistenziali delle popolazioni e di garantirne la sicurezza?”.
“Inoltre, le manifestazioni organizzate di recente in tutto il Paese dimostrano chiaramente che tutte quelle vietate per molti mesi, anche anni, nel passato miravano soprattutto a restringere lo spazio civico e politico”.
“[…] A quale democrazia ci riferiamo concretamente? Possiamo ridurre e riassumere la democrazia alla sola disposizione dei leader dei nostri paesi a proteggere e promuovere gli interessi dei poteri esterni?”
“La necessità di controllare un territorio strategico, a cavallo tra Africa subsahariana e Nord Africa e che da qualche anno rappresenta la principale via di immigrazione dal Sahel verso l’Europa, può giustificare la cinica programmazione della morte di tanti suoi cittadini? Tutte le risorse del suolo e del sottosuolo del territorio nigeriano valgono la vita di uno solo dei suoi cittadini?”
“[…] Resta ancora del tempo alle élite politiche francesi, europee e occidentali, lontane dai riflessi suprematisti e neocoloniali, per dissociarsi dal cinico piano di aggressione contro il popolo nigerino, che porterà alla destabilizzazione di questa sub-regione a lungo termine” [il riferimento è al Shael ndr].
“Il dialogo rimane l’unica opzione per una soluzione non solo pacifica, ma anche credibile e favorevole a una ricostruzione del panorama politico, più in linea con le realtà e le sfide socio-politiche ed economiche del Niger e della sua gente”.
(1) La Costituzione della VII Repubblica del Niger è stata promulgata il 25 novembre del 2010 ed è tuttora in vigore.
N.B. Nella foto di apertura Elisabeth Sherif, autrice dell’articolo “il ripristino della democrazia in Niger è solo un pretesto”