1 Dicembre 2023

Il placet di Blinken per due guerre in contemporanea

Blinken: uccidere con garbo i palestinesi. Biden costretto all'angolo e le pressioni dell'IDF sul congresso USA. Il business della guerra ucraina.
Blinken, sosteniamo due guerre in contemporanea
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Prima di arrivare in Medio oriente, con ancora in corso la tregua a Gaza, Blinken è volta a Bruxelles per una riunione NATO, dove ha affermato: “Dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina e continueremo a sostenerla”. Giunto in Israele, ha affermato che “è imperativo, per quanto riguarda gli Stati Uniti, che la massiccia perdita di vite civili e lo sfollamento su vasta scala che abbiamo visto nel nord di Gaza non si ripetano nel sud”.

Blinken: uccidere con garbo

Tuttavia, prosegue il resoconto del Washington Post, il Segretario di Stato “ha affermato che l’amministrazione Biden non ha intenzione di abbandonare Israele né di spingere per un cessate il fuoco permanente finché Hamas sarà in grado di minacciare Israele da Gaza”. Di fatto, un via libera alla ripresa dei combattimenti, che infatti sono iniziati subito dopo la sua partenza.

Immaginare che Israele, dopo l’attacco in modalità “terra bruciata”, come annota il WP, passi a una modalità più soft è arduo da credere. Oggi i civili di Khan Yunis sono stati invitati a evacuare verso delle zone sicure segnalate dall’esercito israeliano. Una volta effettuata l’evacuazione è probabile che la cittadina subisca la stessa sorte di Gaza City, mentre i palestinesi saranno costretti a un altro esodo di massa, con tutto ciò che comporta.

D’altronde, nulla è cambiato nella catena di comando di Israele, cosa che avrebbe segnalato un mutamento di rotta. Il ministro della Difesa è sempre Gallant, noto per aver definito i palestinesi “animali umani”.

Riportiamo da al Jazeera: lunedì, sorso, Gallant “ha chiarito le sue intenzioni, dicendo a un gruppo di ufficiali e soldati che la tregua non sarebbe durata a lungo: ‘Sarà di qualche giorno. Quando torneremo a combattere, useremo la stessa forza e anche di più e combatteremo in tutta la Striscia’”.

Il Sud di Gaza ospita 1.8 milioni di palestinesi, tra residenti e sfollati: sarebbe un genocidio inequivocabile. Al Jazeera allarma sulla possibilità che, disperati, possano tentare di mettersi in salvo abbattendo le barriere di confine con l’Egitto, cosa che a Gallant e ad altri non dispiacerebbe affatto.

Peraltro, al Jazeera spiega che il ministro è evidentemente tentato di succedere a Netanyahu, che rischia i giardinetti (se gli va bene), e una campagna di successo a Gaza potrebbe aprirgli tale strada.

Tale aspirazione non aiuta a una soluzione del conflitto, dal momento che per ottenere l’agognata palma Gallant dovrà ostendere all’opinione pubblica israeliana una vittoria inequivocabile, cioè la completa eliminazione di Hamas, costi quel che costi.

Peraltro, la guerra è di là da essere vinta. Da Politico: “Finora, l’attacco israeliano a Gaza sembra aver avuto scarsi effetti sul governo di Hamas, evidenziato dalla sua capacità di condurre negoziati complessi, imporre il cessate il fuoco tra altri gruppi armati e orchestrare il rilascio degli ostaggi”.

Biden costretto in un angolo

Così, in mancanza di accordi sottotraccia con Hamas, col quale si sta comunque trattando, lo scontro potrebbe addirittura incrudelire, mentre l’allargamento del conflitto a Hezbollah e all’Iran incombe sempre più.

Biden è evidentemente impotente: il durissimo post di ieri su X nel quale esortava Israele a recedere dal “terrore” è stato evidentemente un tentativo disperato per frenare.

Si può notare che se avesse avuto piena fiducia in Blinken non si sarebbe esposto, potendo contare su fatto che il Capo del Dipartimento di Stato avrebbe fedelmente trasmesso il suo niet.

Invece, il suo post è stato semplicemente ignorato, sia da Israele che dal suo stesso Capo del Dipartimento di Stato, di stretto rito clintoniano, che ha lasciato campo aperto ai suoi interlocutori. Può apparire strana questa dissonanza, ma è dinamica usuale dell’Impero.

Solo per fare un esempio, la guerra in Libia fu fortemente voluta dal Segretario di Stato Hillary Clinton, con Obama trascinato in quello “spettacolo di merda“, come ebbe a dire egli stesso al termine del suo mandato (riguardo al ruolo della Clinton., invece, il New York Times scrisse quello fu “probabilmente il suo momento di maggiore influenza come Segretario di Stato”).

NYT-HILLARY-LIBIA

Poco cambia per i palestinesi sui quali stanno nuovamente piovendo bombe, ma tanto si doveva. Peraltro, Blinken non è una monade. Nel Congresso degli Stati Uniti tanti spingono per sostenere Israele incondizionatamente. E i recalcitranti subiscono pressioni affinché non disturbino il manovratore.

The Intercept ha rivelato che mentre nel Congresso iniziavano a levarsi voci a favore del cessate il fuoco, l’esercito israeliano si è affrettato a tenere diverse riunioni a porte chiuse con i parlamentari in una occulta opera di persuasione.

Il lucro crescente del conflitto ucraino

Per quanto riguarda l’Ucraina, di cui accennavamo a inizio nota, sembrava arrivato il tempo dell’Endgame. Lo aveva segnalato addirittura Davyd Arakhamia, il leader del partito Servo del popolo, quello di Zelensky, con un’intervista nella quale aveva dichiarato che nel marzo del 2022 la pace con la Russia era cosa fatta e sfumò all’ultimo momento. Un modo per dire, appunto, di chiudere la partita.

Blinken, alla riunione NATO di Bruxelles, ha rilanciato: nessuna pace, la guerra continua fino all’ultimo ucraino (di questo si sta parlando, avendo tutti ormai capito e ammesso che l’Ucraina non può vincere): Si va alla guerra di logoramento, degli ucraini ovviamente.

D’altronde, tanti sono i soldi in ballo. Dal Washington Post: “Ecco il segreto meglio custodito sugli aiuti militari statunitensi all’Ucraina: la maggior parte del denaro viene speso negli Stati Uniti. Esatto: i fondi approvati dai parlamentari per armare l’Ucraina non vanno direttamente all’Ucraina, ma vengono spesi negli Stati Uniti per costruire nuove armi o per sostituire le armi inviate a Kiev dalle scorte statunitensi. Dei 68 miliardi di dollari in assistenza militare e affini approvati dal Congresso da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, quasi il 90% andrà agli americani, secondo un’analisi”.

Da Antiwar: un documento inviato al Congresso degli Stati Uniti da James O’Brien, incaricato del Dipartimento di Stato per gli Affari europei ed euroasiatici, ha “descritto la guerra come ‘un ottimo affare’ per gli Stati Uniti, citando il fatto che ‘sono gli ucraini a pagare la maggior parte dei costi’ […], ma per gli Stati Uniti è un’opportunità  per raggiungere importanti obiettivi geopolitici, che secondo lui sono ‘incredibilmente entusiasmanti‘”.

L’attenzione di O’Brien si focalizzava sul Mar Nero, infatti, “confina con tre Paesi della NATO e diversi partner della NATO, ma è anche un corridoio vitale per la circolazione delle merci – tra cui il grano ucraino e altri prodotti destinati ai mercati mondiali – e ospita importanti risorse energetiche non sfruttate”.

La bellicosa America dei liberal-neocon intende portare avanti due conflitti contemporaneamente, gettando nell’abisso ucraini e palestinesi.

The Atlantic, Obama e la guerra di Libia

The Atlantic ricostruisce “il peggior errore di Obama”…”…la guerra in Libia fu fortemente voluta dal Segretario di Stato Hillary Clinton, con Obama trascinato in quello “spettacolo di merda”, come ebbe a dire egli stesso al termine del suo mandato