Levy e l'omicidio di massa dei bambini palestinesi
Al Jazeera ha pubblicato un video nel quale scorrono i nomi dei bambini palestinesi uccisi a Gaza. anche se solo metà del totale, che oggi assomma a 11.500. “Nessuna spiegazione, nessuna giustificazione o scusa potrà mai coprire questo orrore – scrive Gideon Levy su Haaretz – Sarebbe meglio se la macchina della propaganda israeliana non ci provasse nemmeno. Nessuna frottola come ‘Hamas è responsabile di tutto’ e nessuna scusa del tipo ‘Hamas si nasconde tra i civili’. Un orrore di questa portata non ha altra spiegazione se non l’esistenza di un esercito e di un governo privi dei limiti stabiliti dalla legge o dalla morale”.
L’omicidio di massa dei bambini
“[…] Tutto ciò sta accadendo senza che venga detto nulla in Israele, senza nessun pubblico dibattito sulla furia violenta che Israele si è permesso di scatenare a Gaza. stavolta più che mai prima. Tutto ciò accade senza che nessuno in Israele rifletta su cosa accadrà a causa di questo omicidio di massa, su cosa potrebbe guadagnarci e quale prezzo pagherà per questo. Non disturbateci, stiamo uccidendo bambini”.
“[…] Israele sta cancellando intere generazioni a Gaza, e i suoi soldati stanno uccidendo un numero di bambini comparabile alla più crudele delle guerre. Tutto questo non sarà e non potrà essere dimenticato. Come può un popolo dimenticare quelli che hanno ucciso i suoi figli in questo modo? Come possono le persone di coscienza in tutto il mondo rimanere in silenzio davanti a un simile omicidio di massa di bambini? Il fatto che Israele al suo interno non stia riflettendo su tale dramma, che non pianga una lacrima, che non abbia un rimorso di coscienza, perché vuole solo continuare questa guerra fino a quando non otterrà una ‘vittoria finale’, non vincola il mondo. Il mondo vede e rimane scioccato”.
“È impossibile rimanere in silenzio. Persino Israele, così assorbito dal dolore e dalla preoccupazione per la sorte degli ostaggi; Israele che ha subito gli orrori del 7 ottobre, non può ignorare ciò che sta accadendo a Gaza. Ci vogliono sette minuti per visualizzare l’elenco di quelle migliaia di bambini morti, che passano alla stessa velocità delle loro misere vite. Alla fine non si può restare in silenzio; sono sette minuti che ti lasciano con il fiato sospeso, angosciato e pieno di vergogna”.
La tregua e i misteri del rave
Fin qui la cronaca nera, alla quale è inutile aggiungere altro al commento di Levy. Per la cronaca di guerra, invece, da rilevare le trattative ancora in corso tra Hamas e Israele, tramite mediatori, per la tregua. Tante le complicazioni e potenti le forze avverse. Per questo il Segretario di Stato americano Tony Blinken si è recato in Medio oriente, la quinta volta dall’inizio della guerra, nel tentativo di piegare le resistenze israeliane.
Washington teme l’allargamento del conflitto, sempre più possibile con il passar del tempo e a causa della loro tragica decisione di sostenere Israele in maniera incondizionata.
In attesa, segnaliamo un interessante articolo di Haaretz, edizione ebraica, che riferisce il dolore e la frustrazione dei familiari dei civili uccisi il 7 ottobre nel rave party di Nova, dove si è registrato il maggior numero di vittime civili. Le famiglie chiedono con insistenza all’esercito e alla polizia di sapere come siano morti i loro congiunti, ma non hanno risposte. La polizia ha affermato che si tratta dell’indagine penale “più complessa e difficile che la polizia abbia incontrato dalla fondazione dello Stato”.
Ricordiamo uno scoop pregresso di Haaretz su quello scontro, che spiegava come Hamas non avesse progettato di attaccare il rave, nel quale i suoi militanti si sono imbattuti mentre si dirigevano verso gli obiettivi pianificati, alcuni kibbuz posti nelle vicinanze e basi militari.
Sempre in quell’articolo, Haaretz aveva riferito che un elicottero israeliano, intervenuto durante gli scontri, aveva colpito per errore con i suoi missili alcuni civili in fuga. Uno scoop che fece il giro del mondo e che fece indignare il governo israeliano che minacciò gravi ritorsioni contro la testata. A quanto pare, ciò che è accaduto al rave resta ancora un mistero.
Ps. L’articolo di Haaretz successivamente è stato pubblicato nell’edizione inglese.