Putin vince e conferma il placet per la liberazione di Navalny
Le elezioni russe sono andate come era ovvio che andassero, con Putin che ha stravinto. Certo, la repressione degli elementi oppositivi ha avuto un peso, ma negare che la stragrande parte della popolazione russa veda in lui il nuovo zar che ha ripristinato lo status quo della nazione, collassata nel post ’89, è anti-storico.
Come futili sono stati i tentativi di disturbo messi in atto in questi giorni con gli attacchi in territorio russo portati dalle truppe speciali ucraino-Nato travestite da partigiani russi. Lo scopo era quello di seminare dubbi tra la popolazione, suscitare timori, essendo stato violato il sacro suolo russo.
Un tentativo costato carissimo ai cosiddetti partigiani, che hanno subito perdite ingenti e non hanno prodotto i risultati sperati, come capita da due anni alle fumose strategie Nato.
Così l’Occidente sarà costretto a convivere con Putin, come era destino manifesto, e si spera che le asperità del momento possano trovare una qualche risoluzione, dal momento che un altro decennio di lotta continua non farebbe altro che rendere le criticità attuali più acute e devastanti.
Putin: Navalny morto di morte naturale.
Importante il fatto che, subito dopo la vittoria, Putin abbia per la prima volta parlato del caso Navalny, affermando che aveva dato il suo placet allo scambio di prigionieri, ma poi tutto è precipitato.
Putin ha aspettato l’esito delle elezioni per accreditare quanto reso pubblico dalla Fondazione Navalny e successivamente confermato dalla CNN perché ora le sue parole non possono essere irrise come bieca propaganda, tanto che le ha dovute riportare anche il New York Times.
Nello specifico, Putin ha accreditato la ricostruzione del capo dell’intelligence ucraina Kyrylo Budanov, il quale aveva affermato che Navalny è morto di morte naturale.
Macron invitato ad avere una parte attiva nei negoziati
Di interesse anche le dichiarazioni su Emmanuel Macron, che lo zar ha invitato a rendersi parte attiva in eventuali negoziati tra Mosca e Ucraina. Al presidente transalpino ha in pratica suggerito come ritagliarsi un ruolo geopolitico di rilevanza internazionale evitando vie più impervie, rischiose e poco credibili come quella di mandare truppe in Ucraina.
Proprio l’atteggiamento aggressivo assunto negli ultimi giorni da Macron potrebbe aiutarlo a interpretare questo nuovo ruolo, non potendo a questo punto essere accusato di cedimento al nemico.
E chissà se non fosse proprio questo il gioco di Macron, troppo ridicola per essere vera la posa guerrafondaia… su tale posa aveva ironizzato anche Strana (media bandito in Russia e Ucraina) che ha ricordato l’intervento francese nel territorio dell’attuale Ucraina durante i torbidi che seguirono la rivoluzione d’Ottobre, quando inviò l’esercito a Odessa per contrastare i bolscevichi. Lo dovettero ritirare un anno dopo, perché i soldati francesi avevano iniziato a simpatizzare un po’ troppo per il nemico.