Israele, il cessate il fuoco degli Usa all'Onu, una tragica farsa....
Riportiamo quasi integralmente un articolo di Responsible Statecraft a firma di Trita Parsi: “Russia e Cina hanno appena posto il veto al progetto di risoluzione di Biden su Gaza al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Anche l’Algeria ha votato contro”.
“Anche se la risoluzione non è riuscita a a chiedere chiaramente un cessate il fuoco, [il veto di] Mosca e Pechino consente comunque a Biden di scaricare sulla Russia la colpa dell’inerzia del Consiglio, anche se Biden è stato l’ostacolo principale ai progressi del Consiglio negli ultimi sei mesi”.
Cosa cambia nella posizione Usa
“Sebbene gran parte del dibattito successivo riguarderà i loro veti, un’analisi del testo della risoluzione rivela due mutamenti della posizione di Biden, nonché il motivo per cui tali mutamenti rimangono sotto molti aspetti insufficienti”.
“Innanzitutto, va detto che questa proposta è più forte delle precedenti bozze americane, ma non soddisfa ancora una richiesta chiara e inequivocabile di un cessate il fuoco incondizionato. Da un lato, non chiede più un cessate il fuoco non appena possibile, come la precedente risoluzione statunitense, formulazione notevolmente debole. Ma la clausola operativa è ancora molto contorta e inutilmente complicata – un segno distintivo di tutto ciò che Biden ha fatto su Gaza”:
(Il Consiglio di Sicurezza) Determina l’imperativo di un cessate il fuoco immediato e prolungato per proteggere i civili di tutte le parti, consentire la fornitura di assistenza umanitaria essenziale e alleviare le sofferenze umanitarie e, a tal fine, sostiene inequivocabilmente gli sforzi diplomatici internazionali in corso per garantire tale cessate il fuoco in relazione al rilascio di tutti gli ostaggi rimanenti”.
“La clausola non richiede un cessate il fuoco che resta solo un imperativo [vago ndr]. Infatti, non chiede in maniera diretta il cessate il fuoco, ma un processo negoziale co-guidato gli Stati Uniti e i cui parametri sono fissati in favore di Israele. Il testo, infatti, sottolinea che questo sforzo per garantire un cessate il fuoco è ‘in connessione con il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti’. (sottolineatura mia)”.
Sul punto, Parsi spiega che la prospettiva di un cessate il fuoco “limitato nel tempo”, come si evince dal testo, in cambio della liberazione di tutti gli ostaggi è una richiesta israeliana, mentre Hamas è ferma sulla decisione di liberare tutti gli ostaggi solo in cambio di un cessate il fuoco “permanente”. “In questo, la bozza americana sostiene la posizione israeliana nei negoziati e condiziona indirettamente il cessate il fuoco al rilascio di tutti gli ostaggi, prendendo di fatto in ostaggio due milioni di civili di Gaza”.
Il diavolo si nasconde nei dettagli
“Altre clausole operative sono più forti e più dirette, anche se non riescono a nominare Israele. Ad esempio, la bozza è molto forte in alcuni punti:”
– “Rifiutando… qualsiasi spostamento forzato della popolazione civile a Gaza”.
— “Chiedere … che Hamas e gli altri gruppi armati garantiscano immediatamente l’accesso umanitario a tutti gli ostaggi rimasti”.
— “Rifiutare… le azioni che riducono il territorio di Gaza, anche attraverso la creazione ufficiale o ufficiosa di cosiddette zone cuscinetto”.
— “Condanna… le richieste dei ministri del governo per il reinsediamento di Gaza e respinge qualsiasi tentativo di cambiamento demografico o territoriale a Gaza”.
“Naturalmente, i ministri del governo chiamato in causa sono tutti israeliani, ma il testo non menziona Israele. Tuttavia, ciò dovrebbe impegnare gli Stati Uniti a fermare gli sforzi in corso da parte di Israele per spartire il territorio a Gaza e costruire zone cuscinetto. Altrimenti, gli Stati Uniti non daranno seguito alle richieste che essi stessi hanno inserito nella propria risoluzione delle Nazioni Unite”.
“Su un punto cruciale, però, come ha riferito il giornalista dell’Onu Rami Ayari, il testo si è indebolito. Le bozze precedenti si opponevano fermamente a qualsiasi attacco israeliano a Rafah, ma la bozza attuale ha annacquato il linguaggio e lo ha spostato nel preambolo, esprimendo solo ‘preoccupazione che un’offensiva di terra su Rafah possa provocare ulteriori danni ai civili’, invece di chiederne la prevenzione”.
“Si noti che durante il dibattito al Consiglio di Sicurezza, l’ambasciatrice americana Linda Thomas-Greenfield ha rilasciato una dichiarazione significativa: se la Russia presentasse una risoluzione che non sostenesse la ‘diplomazia sul terreno’ – cioè il processo diplomatico co-guidato dagli Stati Uniti – il Consiglio resterà in una situazione di stallo. Si tratta di una minaccia diretta da parte degli Stati Uniti di porre il veto a qualsiasi risoluzione che non approvi il processo diplomatico statunitense e i parametri americani/israeliani per un cessate il fuoco“.
“In conclusione […] il mutamento retorico di Biden a favore del cessate il fuoco è degno di nota, ma il diavolo è nei dettagli. La clausola operativa, inutilmente contorta, solleva preoccupazioni sul fatto che questo mutamento sia meno semplice di quanto potrebbe e dovrebbe essere”.
Sembra che Parsi dica tutto, anche se attraverso eufemismi. Oggi Tony Blinken era in Israele, dove ha incontrato Netanyahu, il quale ha ringraziato il Segretario di Stato americano perché per “più di cinque mesi siamo stati uniti nella guerra contro Hamas”, aggiungendo che per sconfiggere Hamas le forze israeliane devono entrare a Rafah, cosa che faranno anche senza alcun sostegno internazionale. La macelleria è servita (i neretti del testo di Parsi sono nostri).