Gideon Levy e il sangue, inferiore, dei palestinesi
Riportiamo un articolo di Gideon Levy dal titolo: “Per Israele, il sangue degli operatori umanitari stranieri è più denso di quello dei palestinesi”, pubblicato su Haaretz e dedicato all’eccidio dei 7 operatori sanitari della World Central Kitchen. Dove il denso va interpretato, riteniamo, che quando viene versato non è come quello dei palestinesi, che può sgorgare a fiumi…
Gideon Levy: il sangue che conta e quello che conta nulla…
L’esercito si è comportato proprio come ci si aspettava che si comportasse. Questo è esattamente ciò che gli viene richiesto. L’ipocrita coro internazionale che si è alzato in questa occasione, dopo l’uccisione di sette operatori umanitari della World Central Kitchen, sta facendo un’ingiustizia alle Forze di Difesa Israeliane e un’ingiustizia ancora più grave a migliaia di altre vittime. Qual è la differenza tra un giorno e l’altro? Qual è la differenza tra una persona che viene uccisa e l’altra? Cosa è cambiato lunedì sera con l’attacco ai sette operatori umanitari?
Anche le promesse di Israele di un’indagine approfondita sono del tutto ridicole: cosa c’è da indagare – chi ha dato l’ordine? Che differenza fa chi ha dato quell’ordine? Non ci sono stati innumerevoli ordini simili durante la guerra? Decine di migliaia di ordini di aprire il fuoco per uccidere giornalisti, équipe mediche, persone che agitavano bandiere bianche, uomini sradicati che nulla hanno, e soprattutto donne e bambini.
Avete sentito parlare dei campi di morte e distruzione rivelati su Haaretz da Yaniv Kubovich, l’unico corrispondente militare in Israele che ha rivelato i dettagli dell’attacco agli operatori umanitari? Questo è lo spirito dell’IDF in questa guerra, l’unico. Cosa c’è da indagare?
Non c’è nessuna differenza, proprio nessuna, tra l’attacco all’ospedale al-Shifa – andato avanti per due settimane e che ha lasciato centinaia di cadaveri nella polvere e un ospedale dove non c’è più una pietra sull’altra – e l’uccisione dei sette operatori umanitari all’interno del loro veicolo.
In entrambi i casi l’esercito sapeva che avrebbe arrecato del male a persone innocenti, in entrambi i casi la giustificazione era che i membri di Hamas si nascondevano tra loro, in entrambi i casi si trattava di obiettivi umanitari che è vietato colpire.
Non sapremo mai quanti sono stati uccisi ad al Shifa e quanti di loro erano realmente terroristi, ma è chiarissimo che molte delle vittime erano pazienti e persone che avevano trovato rifugio presso l’ospedale.
Israele ha applaudito a tutto ciò, e il mondo è stato zitto. Che eccellente operazione chirurgica, realizzata tra cumuli di macerie di quello che un tempo era un importante centro medico, l’unico [vero] in tutta la Striscia di Gaza.
Tutti sanno anche che l’attacco contro gli operatori umanitari è stato involontario, per sbaglio, un errore – dopo tutto l’IDF non è così, i nostri soldati non sono così. Anche quando è assolutamente chiaro che qui non c’è stato nessun errore, né alcuna deviazione dagli ordini e dalle procedure.
Ciò che i soldati hanno imparato ad al Shifa, lo hanno messo in pratica anche a Deir al-Balah [luogo dell’eccidio degli operatori della WCK]. Quanti hanno tenuto la bocca chiusa su al Shifa farebbero bene a tenere la bocca chiusa sulla [strage degli operatori] della World Central Kitchen. Anche i rapporti sono simili: ucciderne sette per ottenere la testa di un terrorista, di cui nessuno conosce con certezza l’identità e quale crimine abbia compiuto. In ogni caso, non era sulla macchina, né lui né Yahya Sinwar [il capo di Hamas a Gaza ndr].
Il termine “terrorista” è la parola più flessibile del lessico israeliano. Nelle kill zone significa qualsiasi individuo [l’attraversi]. Così l’ipocrisia è arrivata anche in Israele. Il primo ministro si è pentito dell’uccisione degli operatori umanitari: perché all’improvviso si rammarica e di cosa esattamente? Il Capo di stato maggiore dell’IDF afferma che si è verificato un errore: quale errore, quando sono stati lanciati tre razzi contro tre auto più che identificate? Peraltro, l’IDF ha indagato alla velocità della luce.
Su tutti [ e la più rammaricata] c’era, stranamente, l’esperta di gastronomia [israeliana] Ruti Rousso. Opinionista molto attiva in questa guerra, che fornisce aiuto agli israeliani sfollati e alle famiglie degli ostaggi. Rousso aveva lavorato con il personale della World Central Kitchen che operava anche nelle comunità di confine di Gaza. “Sono distrutta”, ha scritto su X, e questo ovviamente è straziante.
Ma la Rousso schiacciata è la stessa persona che, esattamente tre anni fa, scriveva su twitter: “Sono tutti di Hamas. Nessuno ne è estraneo (a parte gli animali che vivono lì)”.
Cos’altro possiamo dire? Se a Gaza nessuno è estraneo, a parte gli animali, è un bene che l’IDF abbia ucciso anche gli amici della Rousso del WCK. O forse il loro sangue straniero è più denso di quello debole e inferiore dei palestinesi, e la loro razza è superiore?
Nota a margine. Fin qui Gideon Levy che tanto dice anche sulla sollecitudine della leadership d’Occidente contro il razzismo. Evidentemente i palestinesi non sono nell’elenco dalle razze da tutelare…
Poco da aggiungere se non che i morti sono più di 33mila, di cui oltre 14mila bambini, i feriti 75mila e migliaia sono i dispersi. Ieri, Benny Gantz ha chiesto elezioni anticipate a settembre. Richiesta inutile per quanto riguarda la mattanza in corso, dal momento che, se non verrà fermata, a settembre il nuovo premier di Tel Aviv dovrà solo gestire un cimitero a cielo aperto.
Peraltro, anche questo timido passo dell’ex Capo di Stato maggiore israeliano prestato alla politica, e attualmente leader di un partito della coalizione di governo, ha ricevuto il niet di Netanyahu. E ha sollevato le critiche più o meno pungenti delle opposizioni. Per tutti, il titolo dell’editoriale di Haaretz: “Gantz ed Eisenkot: smettetela di salvare Netanyahu e uscite dal suo governo”. Non a settembre, ammonisce lo scritto. Ora.