Peres, la spiritualità del Papa e la preghiera comune per la pace in Medio oriente
Tempo di lettura: 2 minutiRiportiamo di seguito il messaggio che il Presidente della Repubblica israeliana Shimon Peres ha inviato al Santo Padre a seguito delle sue dimissioni. Il testo è stato pubblicato sull’Osservatore Romano del 16 febbraio:
«Sono dispiaciuto per la decisione del Papa di rinunciare al pontificato. Si tratta di una decisione originale, perché egli è un uomo originale e coraggioso. Lo considero un leader spirituale straordinario e unico.
Ritengo che il contributo di Benedetto XVI abbia avuto un impatto importante. È un uomo dal pensiero profondo. Il corpo può invecchiare, ma la saggezza non invecchia mai.
Il suo impegno per la pace e l’umanità è autentico. Ha la sincerità del vero credente, la saggezza di chi comprende i cambiamenti della storia e la consapevolezza che, nonostante le differenze, non dobbiamo diventare estranei o nemici.
Nell’ambito delle relazioni tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico ha compiuto numerosi gesti. Ha affermato che il popolo ebraico non è responsabile della morte di Gesù; ha ribadito che gli ebrei sono “i nostri fratelli maggiori” e ha detto che Dio non ha mai abbandonato il popolo ebraico. Ha visitato Israele e il Tempio maggiore a Roma per esprimere la sua amicizia e la sua solidarietà. In Israele lo ho accompagnato personalmente. Ed è stato amichevole in un modo eccezionale e davvero colmo di affetto. Ha pregato per la pace in Medio Oriente, proprio come facciamo io e altri.
Non può essere considerato come il leader amministrativo del Vaticano, ma come la guida spirituale, dotata di profondità, conoscenza e saggezza. Lo considero un amico. Gli auguro ogni bene e rimarrò in contatto con lui.
A Gerusalemme pregheremo affinché possa riacquistare la forza fisica e offrire la propria saggezza, profondità e amicizia a tutti i popoli, a tutte le religioni.
Lo ricorderemo con rispetto e stima per quanto ha fatto».