I primi missili ATACMS contro la Russia
L’Ucraina ha lanciato i primi missili americani a lungo raggio contro il territorio russo. Inizia così la terza guerra mondiale? Nell’incertezza, si registra che a colpire la Russia è stata la Nato, dal momento che Kiev non ha uomini e mezzi per usarli, come disse Putin quando mise in guardia l’Occidente dal dare luce verde all’Ucraina sul punto. E come confermato da tanti analisti seri (peraltro, le precisazioni di Putin non sono state smentite né dagli Stati Uniti né dalla Nato).
Da notare che l’attacco non era diretto contro la regione di Kursk, ma contro la regione di Bryansk, segnale che il target non è limitato a quella sola regione, come hanno scritto più o meno tutti i media. Certo, Bryansk è vicina a Kursk, e anche la regione di Bryansk è interessata all’offensiva ucraina, ma quel che conta è il significato, il simbolo che palesa il diverso target.
Sul punto, un’altra specifica importante. I media hanno annunciato che la revoca del diniego di usare i missili a lungo raggio da parte degli Stati Uniti è stata decisa a causa dell’escalation avviata dai russi con l’arrivo dei rinforzi nordcoreani. D’altronde, qualche giustificazione, o scusa che dir si voglia, dovevano pure darla per dare ragione di un cambiamento radicale della loro politica, dal momento che finora l’amministrazione Usa ha sempre negato tale revoca.
Le ipotesi del Pentagono
Così leggiamo dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, cioè il Pentagono, il quale comunica che “è probabile che circa 11.000 soldati nordcoreani siano entrati nella regione russa di Kursk”, come ha detto la portavoce della Difesa Sabrina Singh, la quale ha anche aggiunto che “il Pentagono non ha confermato che queste truppe siano state impegnate in combattimenti con le truppe ucraine che si trovano all’interno di una parte della regione di Kursk”.
“Si stanno spostando a Kursk per un motivo. Ci aspettiamo che siano impegnate in operazioni di combattimento”, ha chiosato la Singh.
Frasette che contengono sorprese. La prima è che il Pentagono ha smentito seccamente quanto affermato più volte dagli ucraini. Riportiamo, ad esempio, dal Kyiv Indipendent del 4 novembre: “Le prime truppe nordcoreane sotto attacco nell’oblast di Kursk, afferma un funzionario ucraino”.
La seconda è che, il Pentagono “ritiene” che entreranno in battaglia… quindi, la revoca alle limitazioni ai missili a lungo raggio è stata decisa in base a una supposizione. E se, invece, la loro missione fosse quella di presidiare i territori ritornati sotto il controllo dei russi, così da permettere a questi di liberare risorse per incrementare la loro forza d’urto o semplicemente di rimandare i coscritti a casa? D’altronde, con l’invasione, la regione è caduta nel caos, servono forze per gestire la situazione.
La supposizione nucleare
Al di là, delle alternative enunciate, resta che si è deciso di dare inizio alla terza guerra mondiale in base a una supposizione. Peraltro, la presenza dei nordcoreani è tutta da dimostrare, dal momento che russi e nordcoreani hanno smentito e ad oggi non esiste, ad esempio, un’immagine satellitare di questo pur consistente dispiegamento di uomini, che non passa certo inosservato a tali apparecchiature.
E resta il fatto che i due Paesi hanno firmato un trattato di mutua assistenza militare in caso di attacco, qualcosa di simile al patto che lega i Paesi Nato e ai tanti accordi bilaterali stretti dagli Usa con vari Paesi del mondo. Solo lo scorso marzo, ad esempio, Filippine, Giappone e Stati Uniti hanno siglato un “trattato di mutua difesa” alla Casa Bianca. Accordo che Biden officiava trionfante. Bizzarrie della geopolitica.
E c’è da considerare che dall’inizio della guerra la Nato ha inviato non solo armi, ma anche truppe sotto forma di mercenari: gli aiuti servono anche a pagare i loro lauti stipendi. Un reclutatore di tali mercenari era, ad esempio, l’uomo che ha tentato di sparare a Trump mentre giocava a golf. Insomma, si tratta di truppe Nato sotto altra forma. Altra bizzarria geopolitica.
Il sondaggio e il pollo
Al di là, un altro particolare bizzarro è dato da un sondaggio di ottobre di Gallup, società non certo filo-russa, secondo il quale il 52% degli ucraini vuole che la guerra finisca al più presto, mentre solo il 32% ne vorrebbe la prosecuzione (Strana).
Stiamo aiutando gente che per lo più non vuole essere aiutata, anche perché sa perfettamente che tale aiuto serve solo a mietere più vite. Le loro, ovviamente. Peraltro l’uso dei missili a lungo raggio “non cambierà le carte in tavola“, come ebbe a dichiarare l’attuale capo del Pentagono agli inizi di settembre.
La Russia ha dichiarato che darà una risposta adeguata. Qualche analista prevede che all’inizio fornirà armi a Paesi ostili all’America. Ma la risposta nucleare è sul tavolo, anche perché, avendo gli Usa rinunciato a tutti i trattati sul controllo delle testate atomiche, la controparte si deve fidare che il missile in arrivo non sia armato di una testata simile. E, data l’aria che tira, la fiducia sta a zero.
Purtroppo, è da tempo che neocon e liberal americani hanno nel loro arsenale l’opzione apocalisse (ne abbiamo scritto più volte). Quindi, non meraviglia più di tanto questo festoso precipitarsi verso l’incendio globale, che deve essere brandito nella convinzione che l’altro subirà o si arrenderà per evitare la catastrofe globale.
Un po’ come il gioco del pollo immortalato nel film Gioventù bruciata, con le due automobili che corrono verso un burrone in una sfida a chi si ferma per primo (avendo dimostrato paura, è ingiuriato come pollo). Il fatto è che da tempo i demiurghi americani credono che ciò che creano tramite Hollywood sia la realtà. Non ne favorisce la lucidità.