Strappo dei vescovi Usa "Non siamo pronti a entrare in Conclave"
Tempo di lettura: < 1 minuteTanti giornali avevano dato la data dell’11 marzo come giorno di inizio del Conclave. Una possibilità consentita dal Motu Proprio firmato da Benedetto XVI poco prima di lasciare il Vaticano, che prevede un anticipo dei tempi previa votazione a maggioranza semplice dei cardinali pervenuti a Roma. Ma l’anticipo non pare gradito a parte dei porporati, che vorrebbero tempo per conoscere meglio persone e situazioni. In particolare pare che non vogliano questo anticipo i presuli degli Stati Uniti, ma anche il cardinale Kasper, intervistato sulla Repubblica di oggi, ha detto: «Non c’è fretta, l’extra omnes può attendere per ora». Il timore è di entrare in un Conclave senza ancora avere idee chiare sul futuro. Prima di procedere alla votazione occorre però attendere l’arrivo degli ultimi cardinali a Roma, non ancora pervenuti.
Continua la “turbativa di Conclave”, con rivelazioni su presunti occultamenti di casi di pedofilia ad opera di porporati: a finire sotto accusa ora è il cardinale Domenico Calcagno. Con richiesta, analoga ai precedenti casi, di non partecipare all’elezione del Papa. Ma il Motu Proprio di Benedetto XVI è stato categorico nel rigettare certe pressioni, in continuità con una tradizione millenaria che ha tollerato addirittura che cardinali scomunicati potessero eleggere il Papa (simonia, profanazione delle specie consacrate e altri crimini cui la pena appunto è la scomunica), senza che il loro voto invalidasse l’elezione.
Sul punto specifico, contestato al cardinal Calcagno, appare molto istruttiva l’intervista del cardinale Roger Mahony rilasciata ieri al Corriere della Sera.
Se ne riparlerà dopo il Conclave.