Notes, 18 marzo 2013
Tempo di lettura: 2 minutiPromessa compiuta. Avevo promesso ad alcuni amici, in particolare ai miei più stretti collaboratori, che se Totti avesse fatto il gol numero 226 gli avrei dedicato un Notes. Adempio felice. Con la rete di ieri il capitano della Roma, noto ai romanisti anche come “bimbo de oro”, diventa il secondo cannoniere italiano di tutti i tempi. Ma in realtà è molto più: oltre a segnare ha fatto segnare e soprattutto sognare. Al momento del gol lo stadio l’ha acclamato per nome: Francesco, riecheggiando quel nome ormai così caro al popolo romano dopo il Conclave. Parlando di papa Francesco, il capitano della Roma aveva detto: «Il fatto che si chiami Francesco mi fa semplicemente arrossire. Il suo volto mi ha colpito per la semplicità, il viso fa trasparire serenità e bontà. I giovani hanno bisogno di questo, la sua presenza rassicurante sarà una certezza per tutti noi». E fa sorridere, e tanto, che i bookmaker irlandesi oltre a pagare gli scommettitori che avevano puntato sull’elezione di Jorge Mario Bergoglio, hanno pagato anche quanti avevano puntato su di lui («…perché con le sue prodezze in campo si è guadagnato il Paradiso», così nella motivazione del bookmaker…).
Totti non è solo calcio, spiegava un vecchio articolo del Corriere della Sera: a Roma è notoria la beneficenza che elargisce e di cui non vuole si parli, come anche la dimessa cortesia che usa a chi lo incontra per le vie della città eterna. Come tanti, è capitato anche a me. «Grazie», gli ho sussurrato. «E di che?» Ha risposto con quell’accento che contraddistingue il popolo romano. «Grazie di tutto», ho concluso.
E ora come allora.