"Berezovsky stroncato da un infarto"
Tempo di lettura: 2 minutiLa polizia inglese cerca di risolvere il mistero della morte di Boris Berezovsky, l’oligarca russo che aveva eletto la Gran Bretagna come patria elettiva dopo la fuga da Mosca, deceduto nella sua casa due giorni fa. Si cerca di capire se l’uomo sia morto di morte naturale come sembrerebbe, dal momento che non ci sono tracce di violenza o avvelenamento, oppure se sia stato ucciso. Sic transit gloria mundi: Berezovsky è stato uno degli uomini più potenti della terra, consigliere di Boris Etsin, fu protagonista delle privatizzazioni selvagge sotto la sua presidenza, quelle per inciso che fecero acquistare a lui e ad altri facoltosi uomini della nomenklatura russa società della vecchia Urss a prezzi stracciati. Con l’arrivo di Putin, che prese il potere in una prospettiva di ridimensionamento degli oligarchi, e della mafia russa protagonista della gestione Eltsin, riparò a Londra dove divenne il punto di riferimento degli oppositori del nuovo corso di Mosca. Tra i suoi contatti anche quel Shamyl Basayev, al tempo di Eltsin a capo della vigilanza personale di Berezovsky, il cui nome è legato alla guerriglia cecena e, soprattutto, a quella pagina nera della storia recente russa che fu la strage di Beslan, nella quale furono presi in ostaggio e persero la vita 334 persone, per lo più bambini.
Ultimamente Berezovsky era caduto in disgrazia: una causa milionaria con l’altro magnate russo residente a Londra, il patron del Chelsea Roman Abramovich, lo aveva quasi ridotto in rovina. Recentemente pare volesse tornare in Russia, dopo aver confidato in una missiva a Putin di aver commesso errori in passato. Ma l’esistenza della lettera è oggetto di controversia. Certo è che la Russia ha dato il suo benestare per un possibile funerale in patria del transfuga.
Sulla morte dell’oligarca resta il mistero: alcune fonti ipotizzano un nuovo caso Litvinenko, la spia russa morta a seguito di avvelenamento con il Polonio, della cui morte fu accusata Mosca. Almeno fino a quando non spuntarono fuori i cable di Wikileaks e si scoprì che i servizi russi erano sulle tracce di un quantitativo di Polonio, quello usato per uccidere Litvinenko appunto, e che dalla Gran Bretagna fu data rassicurazione: “tutto sotto controllo”. Tutto sotto controllo, a quanto pare, non era.