I finanziamenti dall'estero e l'influenza di Al Qaeda tra i ribelli siriani
Tempo di lettura: < 1 minute«Col proseguire della rivolta contro il presidente Bashar al Assad, che sembra lontana da una soluzione, alcuni siriani coinvolti nella lotta armata raccontano che la ribellione si sta radicalizzando: nati e cresciuti in Siria, ma anche piccoli gruppi di guerriglieri di Al Qaeda, stanno assumendo un ruolo sempre più significativo e chiedono di aver maggior peso nella gestione della resistenza». Lo scriveva ieri il quotidiano statunitense The New York Times, in un lungo articolo ricco di testimonianze di ribelli siriani.
La responsabilità, spiega il giornale, è in massima parte di alcuni dei finanziatori internazionali del fronte anti-Assad. «Persino i gruppi meno religiosi della resistenza stanno adottando un linguaggio fortemente islamista, perché così facendo attraggono più finanziamenti (…). È significativo – spiega ancora il Times – che la maggior parte dei finanziamenti che arrivano all’opposizione siriana arrivino da donatori religiosi in Arabia Saudita, Qatar e da altre parti del Golfo persico».
L’articolo cita poi una serie di testimonianze di ribelli siriani preoccupati per l’emergere delle tendenze più estremiste: «Che Dio è questo di cui ci parlate (voi jihadisti, ndr)?», si chiede uno degli intervistati. «Sono musulmano da quarant’anni e non è questo il Dio che conosco».