Inghilterra stretta nella morsa dell'euroscetticismo
Tempo di lettura: < 1 minuteSul Corriere della Sera dell’8 maggio Sergio Romano commenta le amministrative britanniche, che hanno visto l’ascesa dello United Kindom Independence Party (25 % dei voti), partito di protesta fortemente euroscettico, il quale «ha strappato voti a sinistra e a destra» ed è «schiettamente xenofobo» in materia d’immigrazione. Un risultato, spiega l’editorialista del Corriere, con cui Cameron deve fare i conti, soprattutto in materia di Unione Europea: «Qualche mese fa, per riconquistare il voto euroscettico, David Cameron aveva promesso che nel corso della prossima legislatura, quando l’assetto dell’eurozona sarebbe stato più chiaro, avrebbe rinegoziato con Bruxelles le condizioni della partecipazione britannica all’Ue e avrebbe sottoposto i risultati a un voto popolare. Come scrisse allora Riccardo Perissich sul sito dell’Istituto Affari internazionali, Cameron voleva “calmare gli ardori” di chi chiedeva un referendum immediato e sperava così di spostare la consultazione di almeno un paio d’anni. Oggi i conservatori euroscettici gli chiedono di cambiare subito, con una legislazione unilaterale, i rapporti con l’Ue e di tenere il referendum all’inizio della prossima legislatura. Se Cameron non accettasse di piegarsi a queste richieste rischierebbe di perdere le elezioni. Se desse retta al partito anti-europeo, la crisi del Regno Unito con l’Unione Europea scoppierebbe nei prossimi mesi».