Il Papa: l'amore a Gesù e l'ideologia autoreferenziale
Tempo di lettura: < 1 minute«Nessuno ha un amore più forte di questo: dare la sua vita». Così Papa Francesco nella Messa del 14 maggio in Casa Santa Marta. «Pensiamo a quel momento della Maddalena, quando lava i piedi di Gesù con il nardo, tanto costoso: è un momento religioso, un momento di gratitudine, un momento di amore», nel quale però Giuda «si distacca e fa la critica amara: “Ma questo potrebbe essere usato per i poveri!”. Questo è il primo riferimento che ho trovato io, nel Vangelo, della povertà come ideologia. L’ideologo non sa cosa sia l’amore, perché non sa darsi». Giuda «era un idolatra, attaccato ai soldi», e «questa idolatria – ha proseguito il vescovo di Roma – lo ha portato a isolarsi dalla comunità degli altri. Questo è il dramma della coscienza isolata: quando un cristiano incomincia ad isolarsi, anche isola la sua coscienza dal senso comunitario, dal senso della Chiesa, da quell’amore che Gesù ci dà. Invece, quel cristiano che dona la sua vita, che la “perde”, come dice Gesù, la trova […] in pienezza. E quello, come Giuda, che vuole conservarla per se stesso, la perde alla fine […]: Satana è un cattivo pagatore. Sempre ci truffa: sempre!». Poi, concludendo, ha esortato: «In questi giorni di attesa della festa dello Spirito Santo, chiediamo: Vieni, Spirito Santo, vieni e dammi questo cuore largo che sia capace di amare», «con umiltà, con mitezza».