24 Settembre 2013

Al bando i Fratelli musulmani Confiscati anche i loro beni

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Il tribunale del Cairo ha vietato ogni attività ai Fratelli musulmani, decretando anche la confisca dei loro beni. Questo ultimo provvedimento, soprattutto, rappresenta un duro colpo per la Fratellanza, dal momento che ne colpisce il pingue portafoglio, ma anche la rete clientelare assicurata loro dai tanti centri assistenziali da loro finanziati che gli assicurava un largo consenso popolare. Di fatto, con questo verdetto, i Fratelli sono consegnati alla clandestinità, come ai tempi in cui l’Egitto era retto da Mubarak.

Taluni osservano che la stretta operata dal nuovo corso egiziano sia un errore, temendo che la repressione possa spingere la Fratellanza verso un più duro estremismo. Altri, i generali che hanno preso il potere dopo il golpe del luglio scorso e gli ambienti laici che lo sostengono, reputano che non c’è altra strada per contrastare un movimento eversivo tanto organizzato.

Ma la partita non è finita, come spiega Ahmed Mekki, ex ministro del governo Morsi: «Esistiamo a prescindere dai divieti. Come Israele: molti Paesi Arabi non lo riconoscono ma questo cambia qualcosa per Israele?».

Resta che l’Egitto sta sprofondando nella miseria, terreno di coltura ideale per il fondamentalismo islamico. Se i generali non riusciranno a tirar fuori il Paese dal baratro, il rischio che l’incendio torni a divampare è grande.

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