Ammesso all'Onu lo Stato Palestinese. Anche l'Italia dice sì
Tempo di lettura: < 1 minuteGiornata storica all’Onu. Nel «sessantacinquesimo anniversario della spartizione della palestina britannica in due entità, una ebraica e l’altra araba», l’assemblea generale della Nazioni Unite riconosce la Palestina, come “Stato osservatore”. Servivano 130 voti dell’Assemblea, ne sono arrivati 138, tra i quali, a sorpresa, anche l’Italia (sembra che a decidere sulla posizione del nostro Paese siano stati il presidente della repubblica Giorgio Napolitano e quello del Consiglio Mario Monti).
Di fatto, è un riconoscimento di un nuovo Stato, dopo che per decenni la Palestina è stata individuata come vaga entità.
Israele e gli Stati Uniti, contrari al riconoscimento, hanno accusato i promotori dell’iniziativa di aver forzato la mano, inficiando il processo di pace israelo-palestinese.
Così Abu Mazen: «Non siamo qui per delegittimare Israele o complicare il processo di pace, ma per compiere un ultimo tentativo di salvarlo. Non stiamo facendo terrorismo all’Onu, però lanciamo un avvertimento: il tempo sta scadendo. L’occupazione sta rendendo la soluzione più difficile, se non impossibile. Noi siamo pronti ad agire responsabilmente, per una pace giusta, e chiediamo all’Assemblea generale di darci il certificato di nascita della realtà dello Stato palestinese».
Hamas, che si voleva contrariata da questa iniziativa, ha invece salutato con favore l’accaduto. Alcuni dei suoi leader parlano già di una possibile unificazione tra le due entità palestinesi.
Anche la Santa Sede ha salutato la svolta con favore e aspettativa.