Amore e fede, l'enciclica dei due Papi
Tempo di lettura: 2 minutiEsce la lettera Enciclica Lumen Fidei redatta a quattro mani da Benedetto XVI e Francesco. Al di là dei contenuti, sui quali torneremo – va letta e serve tempo -, il fatto che il documento sia frutto del lavoro di due Papi diversi rimarca quella linea di continuità della successione apostolica che spesso è dimenticata nei resoconti vaticani.
L’ipertrofizzazione dell’informazione sui vari Papi, lo scrutare ogni loro mossa, il rimarcarne le sensibilità diverse, che pure ha una sua logica e una sua giustificazione, rischia di portare l’attenzione sul singolo Papa, come fosse il timoniere della Chiesa che, sulla tolda della nave, la conduce come un vascello in preda alle tempeste del mondo. Invece l’unico timoniere della Chiesa è Gesù: è Lui che la conduce tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio. Il Papa, ogni singolo Papa, è chiamato a seguire Gesù, come Pietro, come tanti suoi successori dopo di lui, e a custodire la Sua rivelazione. Così questa enciclica a quattro mani non è altro che una bella testimonianza di questa continuità. E dell’umiltà che ha caratterizzato i due ultimi successori di Pietro: Benedetto XVI prestando la sua penna e il suo cuore a un documento firmato da un altro, come un consultore qualsiasi della Santa Sede; Francesco chiedendo aiuto al suo predecessore, nonostante questi sia ormai emerito, e consentendo allo stesso di portare a compimento quel trittico sulle virtù teologali che aveva iniziato con l’enciclica Deus caritas est, sulla carità, e proseguito poi con la Spe salvi, sulla speranza.
L’altro aspetto che ci sembra vada segnalato è che l’enciclica esce nel cuore dell’anno della Fede, come a rinnovare l’invito alla Chiesa e ai semplici fedeli a rivolgere il loro cuore all’essenziale della fede cristiana, Gesù.
Ma la cosa più commovente di questa vicenda è che nel giorno in cui è uscita l’enciclica i due Papi hanno voluto consacrare la Città del Vaticano a san Giuseppe e a san Michele arcangelo (vedi nota). Così che sia più chiaro al mondo che il valore di un’enciclica, anche la più commovente e la più profonda dal punto di vista dottrinario, sta tutto nell’essere preghiera, e nell’invito alla preghiera, perché il Signore perché guidi, custodisca e protegga la Sua Chiesa e il mondo.