20 Gennaio 2014

Assad rilancia e l'Iran va alla conferenza di pace per la Siria

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Anche l’Iran parteciperà alla Conferenza di Ginevra, come ha annunciato Ban Ki-moon. Un annuncio felice, perché senza l’Iran non c’era alcuna possibilità di trovare una soluzione al rebus siriano. Parteciperà anche una fazione delle forze anti-Assad, quella più legata all’Occidente: e anche questa è una notizia, anche se non di ieri. D’altronde, se le forze anti-Assad avessero perseverato nel “niet” questa conferenza di pace, che dovrebbe aprirsi il 22 gennaio a Montreux, non poteva aver luogo. L’opposizione che ha accettato di sedersi al tavolo è sparuta minoranza nell’ampio cartello delle formazioni che si contrappongono a Damasco, ma la sua partecipazione ai negoziati è un segnale importante. E rappresenta un capolavoro diplomatico di John Kerry, che si è speso in questa direzione. 

Tutto è aperto e le questioni sul tavolo sono tante. Ma le più importanti saranno il ruolo di Bashar al Assad nel futuro della Siria e il contrasto di al Qaeda, che in questi anni ha dilagato nel territorio siriano e oltre (della scorsa settimana l’annuncio di Damasco di consultazioni sul punto tra uomini dell’intelligence siriana e occidentale). Nei negoziati che verranno molto dipenderà dalla capacità di trovare punti di compromesso accettabili da tutti. Nella speranza che non si rinnovino “sorprese” tali da far saltare il tavolo (è capitato in passato) non c’è che da attendere con timore e speranza quanto accadrà a Montreux:  ne va del destino di milioni di esseri umani, fuori e dentro la Siria.

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