Bersani cambia le regole per Renzi
Tempo di lettura: < 1 minuteConclusa l’assemblea nazionale del Pd: lo scontro politico che ha visto contrapposti Matteo Renzi e Pierluigi Bersani (e con lui parte della dirigenza del partito democratico) si è chiuso con un compromesso. Renzi potrà correre alle primarie, grazie a un intervento di Bersani che ha chiesto e ottenuto su questo il consenso unanime dei delegati. Ma il segretario del Pd è andato incontro al suo competitor anche sulle regole delle primarie. Motivo dello scontro essenzialmente uno: Renzi vorrebbe delle votazioni aperte, sperando di riuscire a portare al voto anche cittadini di centrodestra, prospettiva che spaventa la dirigenza, nel timore di un voto inquinato. L’assemblea ha optato per una votazione con doppio turno (ballottaggio tra i due più votati se nessun candidato raggiunge il 50% più uno dei voti) e previsto un albo degli elettori, ma sul punto nessuna blindatura. Sarà lo stesso Bersani a trattare direttamente con gli altri contendenti i dettagli della questione. Una mediazione che porterà, probabilmente, a un ulteriore compromesso. Difficilmente Renzi riuscirà a spuntare un voto aperto a tutti, sia nel primo turno che in un eventuale ballottaggio, ma certo il voto non sarà riservato solo agli iscritti del Pd, come chiesto da molti dirigenti.
L’altro candidato di peso alle primarie, Nichi Vendola, prova ad allargare la sua base elettorale, chiedendo un maggiore coinvolgimento di Idv e altri partiti e movimenti esterni al partito: il compromesso raggiunto favorisce anche questo.
Per parte sua, Carlo De Benedetti, che ha sempre avuto certa influenza nel partito, in occasione di un incontro con alcuni studenti del Collegio di Milano, ha dichiarato il suo sostegno a Bersani. Ma anche a un nuovo governo Monti.