13 Luglio 2013

Dietrofront del governo sulla Shalabayeva "Espulsione revocata, ora può tornare"

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La vicenda dell’espulsione della moglie e della figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, esule a Londra, infiamma il dibattito politico italiano: il governo si dice all’oscuro della vicenda, che sarebbe stata gestita da ignoti funzionari di polizia e da magistrati della procura di Roma. Ma è l’occasione per una nuova polemica politica che scuote la maggioranza. Sel e M5S chiedono la testa del Ministro degli Interni Angelino Alfano, accusato di aver gestito la vicenda per conto di Berlusconi.

Sarebbe stato il Cavaliere, che vanta buoni rapporti con il leader kazako, ad accogliere la richiesta di espulsione dei familiari del dissidente giunta dall’ex Repubblica sovietica. Non ci sono prove, al momento, ma la narrazione è questa. Da qui lo scandalo politico che sta mettendo in difficoltà la maggioranza. Al momento il provvedimento di espulsione è stato annullato, ma la misura è tardiva, dal momento che le due donne, mamma e figlia, sono ormai tornate ad Astana, in Kazakistan; e che difficilmente potranno lasciare nuovamente il Paese, dal momento che sono accusate di aver corrotto alcuni funzionari per ottenere un documento per l’espatrio che non avrebbero potuto ottenere.

In un vertice di governo, si è deciso di aprire un’indagine sul caso, affidata al Capo della polizia. In attesa di conoscere i risultati dell’inchiesta, la tensione resta alta.

Improbabile che si arrivi alla rimozione del Ministro degli Interni, cosa che potrebbe causare la caduta del governo delle larghe intese – Alfano è il segretario del Pdl, non un semplice esponente dello stesso. Ma certo, la vicenda non aiuta la navigazione del governo in un mare già in tempesta.

 

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