Esplode la rabbia dell'"altra" piazza L'esercito spara sui militanti islamici
Tempo di lettura: < 1 minuteTrenta morti, violenze e clima teso ieri in Egitto, a seguito della deposizione di Morsi. Al Cairo, tre sostenitori dell’ex presidente sono stati uccisi dalla polizia militare davanti alla Guardia repubblicana. Le parole della guida spirituale dei Fratelli Musulmani, Mohammed Badie («non sono stato arrestato come i militari hanno annunciato, sono qui. Resteremo nelle strade a milioni fino a quando porteremo in trionfo il nostro presidente»), hanno dato avvio a una nuova marcia di sostenitori di Morsi, confluita in piazza Tahrir, gremita dagli oppositori del governo; quindi gli scontri, avvenuti da ambo le parti a colpi di molotov, sassi, fuochi d’artificio, pistole e fucili, rendendo necessario l’intervento della polizia, con i militari che controllavano dal cielo la situazione. Scontri si sono registrati anche ad Alessandria (dove i morti finora registrati sono circa una dozzina) e nel Sud del paese. Per i Fratelli musulmani quella di ieri doveva essere la giornata del rifiuto contro la deposizione del loro Presidente; per i nuovi governanti, quello della sconfitta definitiva del movimento di Morsi. Tuttavia quella di ieri è stata per l’intero Paese una giornata da dimenticare, che annuncia un futuro pieno di incognite.