Il "no" di Grillo e i paletti del Pdl - Bersani in affanno
Tempo di lettura: 2 minutiL’atteso confronto tra Bersani e i rappresentati del M5S è andato male, come previsto: nessuna apertura. La via che Bersani dovrà percorrere è sempre più stretta e su questo fronte può solo sperare che qualche grillino alla fine si distacchi dalla linea imposta da Grillo, ma al momento sembra davvero difficile. Anche sul fronte di un governo allargato al Pdl, con un accordo per un appoggio esterno (con forme da trovare nell’ambito dei meccanismi parlamentari), il cammino è irto di ostacoli. Dal Pdl si chiede un accordo globale, che comprenda anche la presidenza della Repubblica, ma è una richiesta che Bersani ha definito irricevibile. L’altro punto di attrito è proprio sull’appoggio che dovrebbe dare il Pdl: quello ipotizzato finora sta stretto a Berlusconi, che vorrebbe un riconoscimento formale. Finora certa retorica di sinistra ha accusato l’avversario di tutte le nefandezze possibili. Certo, ci sono inchieste giudiziarie e diversi provvedimenti governativi a firma Pdl non proprio ineccepibili a giustificare giudizi. E però la politica non è fatta solo di eliminazione dell’avversario, ma anche, e soprattutto di ricerca di compromessi e dialogo, laddove possibile. L’ipotesi di un governo allargato, che si prospetta attualmente, è un’occasione unica perché tale vis polemica si attutisca.
D’altronde basterebbe tornare alla risposta di Napolitano al segretario della Spd tedesca, quando questi dichiarò che le elezioni italiane avevano portato in Parlamento formazioni politiche guidate da due clown. Uno di questi era, appunto, Berlusconi. Napolitano chiese, con commossa fermezza, rispetto. Perché quel clown, come definito allora, aveva trovato consenso negli italiani ed era, è, espressione della volontà popolare che merita rispetto. Se anche nel Pd si diffondesse questa idea, pur tenendo ferma la barra sulla necessità di una politica al servizio altrui più che al proprio, forse sarebbe tutto più semplice. Cosa che al momento non è: così si resta appesi a una dichiarazione possibilista di Maroni (che lascia intendere che la Lega potrebbe, forse e se del caso, consentire la nascita di un governo Bersani con un’uscita di scena che vale fiducia al Senato) o alle tante forme di governo istituzionale ipotizzate e ipotizzabili da osservatori, media e politici vari.
Di ieri anche la notizia dell’esclusione del cantante Franco Battiato dal governo della Regione Sicilia. Il cantante, apprezzabile per altri versi, si è reso reo di un turpiloquio verso colleghe politiche, accusate di scarsa onorabilità, che ha sollevato reazioni. Altri tempi quando al Parlamento sedeva Ilona Staller, in arte Cicciolina. Allora nessun parlamentare usò espressioni particolarmente ingiuriose nei suoi confronti, nonostante il noto mestiere della star. Tempi in cui la sovranità popolare era rispettata nonostante tutto. Perché questo rispetto favorisce la tenuta democratica di un Paese.