Il passo indietro di Berlusconi: "Primarie del Pdl a dicembre"
Tempo di lettura: < 1 minuteSilvio Berlusconi annuncia ufficialmente che non si ricandiderà alle prossime elezioni. Termina così una fase della recente storia italiana, nella quale si sono confrontati berlusconismo e anti-berlusconismo. Una fase iniziata nel ’94: un ventennio circa, tipico dei cicli italiani. La querelle pro e anti Cavaliere è stata fattore secondario della politica italiana, che ha vissuto di altro e di altrove, nondimeno ha avuto una sua importanza, soprattutto mediatica.
Lascia quindi Berlusconi, anche se non abbandona la politica, riservandosi un ruolo esterno di consigliere e suggeritore, sempre se gli sarà consentito dai suoi successori.
In un altro articolo del Corriere si accenna anche alle varie ipotesi in campo prima che il Cavaliere decidesse per l’abdicazione. Anzitutto il tentativo di Berlusconi di portare Monti alla guida del centrodestra, che l’attuale presidente del Consiglio avrebbe rifiutato ritenendo che l’Italia abbia bisogno di un governo di più ampio consenso. Come anche l’ipotesi di una disgregazione del Pdl e la nascita di altre, nuove, aggregazioni politiche. Sul punto il Corriere riporta un presunto suggerimento indiretto del cardinale Camillo Ruini al segretario Angelino Alfano: «È sempre un errore sciogliere un partito».
Vero o falso che sia il suggerimento del porporato, resta che il partito non si è sciolto. Per designare il futuro candidato alle elezioni si terranno le primarie a dicembre, presumibilmente aperte a quanti vorranno partecipare. A primavera la parola passa agli elettori.