4 Novembre 2012

Il Quirinale ferma la corsa alle elezioni anticipate: "Mancano le motivazioni"

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«Non si sono presentate le condizioni e non emergono motivazioni plausibili» per un voto anticipato. Così Giorgio Napolitano in una nota ufficiosa, ma non per questo meno cogente. Uno stop vero e proprio all’ipotesi di un election day a febbraio che sembrava profilarsi con l’accordo di diverse forze politiche. 

La presa di posizione del Quirinale sembra sia motivata anche dall’esigenza di attuare la riforma della legge elettorale, più volte sollecitata in questi mesi ad opera del colle. Un’idea che sulla carta trova ampi consensi, dal momento che tutti giudicano inadeguato l’attuale porcellum (nome che discende da una felice intuizione del leghista Calderoli). Ma la riforma resta in alto mare a causa dei dissidi tra partiti; sono in molti a prevedere, al massimo, un accordo minimo, senza grandi stravolgimenti. In fondo, certe anomalie della legge vanno bene a tutti.

In secondo luogo, secondo il Colle, una corsa alle elezioni anticipate sarebbe percepita all’estero come indizio d’instabilità, con conseguenze nefaste sull’economia in affanno.

Resta da vedere se il richiamo avrà riscontro o meno. Certo è che il Quirinale, in questo modo, è entrato di fatto nell’agone politico. Non un semplice notaio del Parlamento, dove liberamente si attua il confronto politico e si decidono le sorti di una legislatura, ma attore esso stesso. Non è a prima volta, non sarà l’ultima.

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