Il rogo della città della Scienza sfregio criminale a Napoli dove nulla può sopravvivere
Tempo di lettura: < 1 minuteL’incendio di Napoli desta interrogativi inquietanti. Il rogo che ieri ha consumato la Città della Scienza sembra abbia avuto più focolai di innesco, almeno cinque o sei. Dolo, dunque. Il sindaco, Luigi de Magistris, ha usato parole nette: «Siamo sotto attacco», espressione che riecheggia quella usata all’indomani dell’11 settembre 2001 dalle autorità degli Stati Uniti. Facile che la manovalanza criminale sia stata reclutata nella camorra, da queste parti se ne trova anche a buon mercato, ma il progetto criminale è stato alquanto sofisticato. Sembra che gli incendiari siano venuti via mare, quel mare sul quale si affaccia, si affacciava ormai, la piccola città. «Il fuoco divampa», era la frase usata dal nemico di Batman nell’ultimo film della trilogia dedicata al Cavaliere oscuro. Alla magistratura cercare di capire chi sia stato il “cattivo” che ha immaginato questo atto criminale. Che ha in sé uno strano valore simbolico: a bruciare, a Napoli, è stato il futuro.