Istanbul, ancora scontri a Gezi park Getti urticanti contro i manifestanti
Tempo di lettura: < 1 minuteNuovi scontri in Turchia: ieri un milione di persone erano per le strade di Istanbul (e in quelle di tutto il Paese) a protestare contro Erdogan, il quale ha ormai gettato la maschera da moderato. Le forze antisommossa hanno tentato di liberare Gezi Park con cariche continue, proiettili di gomma, granate assordanti, e soprattutto con il “Jenix”, sostanza che provoca piaghe profonde sulla pelle e fortissimo bruciore agli occhi: di fatto un’arma chimica (peraltro il prodotto in Turchia viene venduto solo ai militari e polizia). A dieci chilometri dal centro della città, Erdogan è tornato a parlare di «cospirazione internazionale», accusando la stampa straniera e il capo dell’opposizione Kemal Kilicdaroglu. Poi, gridando, la difesa della repressione: «Era mio dovere come primo ministro. Non tornate a piazza Taksim: non si può manifestare dove si vuole». Cinque sono i morti finora, centinaia i feriti, medici arrestati perché prestavano soccorso, deputati picchiati, giornalisti minacciati e lacrimogeni sparati contro alberghi, utilizzo di prodotti tossici e l’assalto al funerale di un manifestante ucciso. Se la repressione dovesse aumentare Erdogan si troverebbe isolato dalla comunità internazionale che invece chiede il dialogo.