Letta vuole chiudere, ultimi ostacoli
Tempo di lettura: 2 minutiTrattative serrate per formare il governo. Urge Napolitano che ha fretta di presentare alla Comunità internazionale un’Italia stabile (perdere di affidabilità in questo momento rischia di esporre il Paese a ulteriori sorprese dal punto di vista economico-finanziario). In queste ore si decidono i nomi dei futuri ministri. Finora il punto di maggiore controversia riguarda l’ipotesi che vede Massimo D’Alema agli Esteri, anche se frizioni di natura minore si registrano su altri nomi e altre caselle da occupare (ancora da verificare se e come Giuliano Amato sarà della partita).
Agitazione all’interno del Pd, dove alcuni esponenti del partito, in particolare Pippo Civati, minacciano di non votare l’esecutivo, ai suoi occhi troppo filo-berlusconiano. Una posizione che, per una strana eterogenesi dei fini, aiuta Enrico Letta, il quale, in nome di un voto unanime del suo partito, può allentare l’abbraccio soffocante del Pdl.
Cruciali saranno le scelte su Economia ed Esteri. Due dicasteri chiave in un momento di crisi economica con pochi precedenti e di conflittualità generalizzata. Anche per questo le nomine che riguardano questi due dicasteri sono il motivo di contrasto maggiore nei negoziati. Altro ministero di notevole importanza è quello degli Interni: torna in auge il nome della Cancellieri, forse l’unico ministro che ha brillato di luce propria durante il governo Monti. Può ripetersi.
Berlusconi cerca di trovare una tregua nella tempesta giudiziaria che lo ha investito (errori da una parte e dall’altra) e considera cruciale il prossimo ministro della Giustizia. Per sé non vuole nulla, ha spiegato, ma l’idea di sovraintendere alle riforme, magari tramite un organismo ad hoc, lo solletica. È in forma smagliante e ha dimostrato di essere un politico vero al contrario di altri (di destra e di sinistra), costringendo gli eterni avversari, che finora lo hanno evitato come la peste, a venire a patti. Una vittoria non da poco.
Enrico Letta sembra voglia presentare il governo già lunedì. Le condizioni ci sono. Resta da capire se sarà un governo breve o meno: diversi giornali stranieri, partendo dal grande fermento che agita il panorama politico italiano, optano per la prima opzione. Ma è pur vero che l’Italia è terra di sorprese. E che Napolitano, sotto la cui saggia regia nasce il futuro governo, cercherà di garantirne la stabilità.