Aereo malaysian airlaines: le rivelazioni dei russi
Tempo di lettura: 3 minutiL’aereo della Malaysian airlines abbattuto sui cieli ucraini è ancora motivo di accesa controversia tra Occidente e Russia. L’Occidente continua ad accusare Putin, emana nuove sanzioni, come se le responsabilità dei separatisti ucraini, e di chi ha loro fornito gli armamenti antimissile che hanno distrutto il Boeing (ovvero i russi), fossero accertate. Gli americani sostengono di avere i rilevamenti satellitari che avrebbero individuato l’arma del delitto: un Buk (sistema missilistico antiaereo) in mano ai separatisti. Ma ad oggi ancora non hanno prodotto uno straccio di prova, se non vaghe voci su intercettazioni telefoniche, informazioni sul campo contraddittorie e altro. I russi hanno invece mostrato le loro rilevazioni satellitari. I giornali italiani hanno riportato le confutazioni russe con certa sufficienza, limitandosi a riferire che i russi hanno mostrato la presenza di un aereo militare ucraino, un Sukhoi25, nei pressi del Boeing malese al momento del disastro.
In realtà i russi hanno rivelato ben altro. Basta vedere il video che pubblichiamo e che si trova su Youtube. I loro sistemi di rilevazione hanno mostrato al mondo come ci fossero molti Buk di Kiev che coprivano l’aera nella quale il Boeing è stato abbattuto, spariti subito dopo, e ciò nonostante i separatasti non abbiano uno straccio di aereoplanino da far volare. E come l’attività di radiocontrollo di questi sistemi antiaerei fosse bassa nei giorni precedenti l’abbattimento del Boeing, mentre nel giorno fatidico era al massimo, per poi decadere di nuovo.
Quanto al Sukhoj25, i russi hanno fatto vedere le immagini dei radar del sistema di controllo aereo di Rostok, un sistema tarato per rilevare solo gli aerei che volano sopra i cinquemila metri di quota. A un certo punto sui radar di Rostok appare un aereo militare, il sukhoj25 appunto. Il verbo “apparire” è precipuo, perché evidentemente il velivolo militare si è innalzato repentinamente, entrando nel campo di azione dei radar russi all’improvviso. Quell’aereo non è fatto per volare a diecimila metri di quota, può arrivarci ma rimanerci solo per breve periodo, spiegano i russi (che l’hanno fabbricato): perché quella manovra? Perché un aereo militare inizia a volare senza motivo a un’altitudine utilizzata per i voli civili? Le domande dei russi sono più che legittime.
E ancora, quel volo è alquanto strano: l’aereo militare non segue una rotta precisa, sembra piuttosto vagare nei pressi del Boeing malese. Come intento a studiare qualcosa. Forse questa intrusione può spiegare perché l’aereo malese ha cambiato rotta, cosa documentata dai russi, che hanno spiegato come l’analisi della scatola nera potrebbe spiegare la decisione del pilota malese e dare delucidazioni circa l’autorizzazione o meno della stessa da parte dei controllori di volo di Kiev e spiegarne il motivo.
Quell’aereo è un bombardiere, hanno replicato le autorità di Kiev, non adatto a un’intercettazione aerea: e invece sui siti specializzati si può notare agevolmente (l’abbiamo fatto in altro articolo) che può montare missili aria-aria, in grado di “cacciare” altri aerei. Le autorità russe, nel video, specificano che tali missili sono gli R60. Così facciamo un passo indietro: alcuni giorni fa tutti i giornali hanno pubblicato le foto dei resti della carlinga dell’aereo malese abbattuto (vedi foto), facendo notare che era bucherellata: la pistola fumante, si è scritto, dal momento che il sistema antiaereo Buk spara missili che, esplodendo a distanza, rilasciano schegge che bucano il bersaglio. Una semplice ricerca su Wikipedia e si può agevolmente leggere questa caratteristica degli R 60: «Il missile usa una piccola testata (3 kg) altamente esplosiva circondata da tondini metallici che vengono proiettati verso il bersaglio dalla detonazione».
E ancora, i russi sostengono che durante l’abbattimento aereo l’Ucraina era monitorata da un satellite americano e hanno chiesto che questi facciano vedere al mondo, che ne ha diritto, le immagini rilevate.
Infine, hanno smascherato una delle tante “bufale” apparse sui media: poco dopo l’abbattimento sono state pubblicate immagini di un autocarro che trasportava un sistema antiaereo al quale mancava uno dei missili in dotazione. I media, probabilmente imbeccati da qualche analista, si sono affrettati a spiegare che si trattava di un Buk che aveva sparato uno dei suoi missili, immortalato in ripiegamento verso la Russia al fine di occultare le prove del misfatto. Bene, la foto circolata sui giornali presentava sullo sfondo un cartellone pubblicitario relativo a una concessionaria di automobili, una pubblicità locale quindi, completa di indirizzo della stessa, che quindi individua con precisione il luogo dove è stata scattata la fotografia: Krasnoarmejsk, Ucraina, che dall’11 maggio è sotto il controllo delle autorità di Kiev…
Una documentazione davvero impressionante. Dopo aver sostenuto con tanta pervicacia la colpevolezza dei separatisti russi e di Mosca, l’Occidente non può innestare una repentina marcia indietro senza perdere la faccia. Ma un po’ di ragionevolezza non guasterebbe.