Monti: la mia agenda per l'Italia
Tempo di lettura: < 1 minuteMario Monti ha parlato alla Nazione, o almeno questo è sembrato il suo discorso di ieri. Non si candida, come ormai era evidente. Ma consegna alla politica un’agenda che potrà essere condivisa dalle forze politiche. Resta il dubbio se delle liste portanno fregiarsi del suo nome e correre per lui. Il punto è ancora oggetto di dibattito tra opinionisti, ma sembra più sì che no.
Endorsement per Mario Monti da parte del direttore del quotidiano Avvenire, ultima voce di un mondo cattolico che sta puntando le sue carte sul bocconiano, nella speranza di dar vita a un partito cattolico, o di ispirazione cattolica, che possa diventare determinante nel quadro politico italiano. Magari, come accenna implicitamente lo stesso Marco Tarquinio su Avvenire, condividere la responsabilità di governo con il Pd dopo le elezioni, con Monti premier.
Prima che il dubbio sul brand “Monti” venga chiarito, la macchina del centro si muove, anzi accelera e inizia la campagna elettorale.
In particolare dal centro viene lanciato un appello a destra e sinistra per attrarre personalità pronte ad abbracciare il nuovo che avanza. Con certo successo iniziale. Tra i nuovi neocentristi anche il senatore renziano Pietro Ichino, il quale, però, inciampa in una buccia di banana: uno scoop di Dagospia lo incastra come coautore del discorso alla Nazione di Monti. Insomma, prima ancora di abbandonare il Pd, peraltro con certa enfasi, già aveva lavorato per il competitor del suo partito. Per Bersani i renziani restano un problema…