30 Aprile 2013

"Non abbiamo più notizie del nostro inviato in Siria"

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Da ormai venti giorni non si hanno più notizie di Domenico Quirico, il giornalista della Stampa recatosi in Siria per raccontare, come ha detto ai colleghi, «l’evoluzione di un conflitto che si è allontanato troppo dalle prime pagine dei giornali e che […] nonostante i suoi orrori non scuote la società occidentale». Il ministro degli Esteri Emma Bonino si sta occupando del caso.

Ieri, sempre in Siria, si è verificato un attentato al primo ministro  Wael al-Halki: nove morti, ma il premier è rimasto illeso. «Questo dimostra la disperazione e il fallimento dei terroristi», è stato il commento di al-Halki. Intanto la diplomazia internazionale discute sulla possibilità di un intervento militare nel Paese, mentre, per quanto riguarda il sospettato uso di armi chimiche da parte del regime di al-Assad, da Mosca arriva l’invito a «non speculare per scopi geopolitici sul tema delle armi di distruzione di massa». Argomento, quest’ultimo, al centro della telefonata tra Obama e Putin, nella quale entrambi si sono detti pronti a prendere tutte le misure necessarie per la soluzione della crisi siriana.

Ieri si è inoltre sfiorata la strage nei cieli siriani: fonti moscovite rivelano che «sconosciuti hanno sparato due missili» terra-aria, esplosi, senza causare danni, «in prossimità di un aereo passeggeri di proprietà di una compagnia aerea russa», con 200 persone a bordo: «Presumibilmente – sostengono ancora le fonti – i missili sono stati sparati intenzionalmente contro l’aereo».

 

 

 

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