Rilancio di Kerry "Riprendono i negoziati diretti tra israeliani e palestinesi"
Tempo di lettura: < 1 minuteJohn Kerry ha annunciato la ripresa dei negoziati tra palestinesi e israeliani. La notizia è stata data al termine della sua ennesima missione in Medio Oriente, in una conferenza stampa tenuta ad Amman. Il segretario di Stato americano ha anche detto che si sta ancora trattando per trovare una base comune sulla quale innestare la trattativa. Non è impossibile immaginare le divergenze: i palestinesi chiedono da tempo lo stop a nuove colonie e il ritorno ai confini del 1967, cioè prima della guerra dei sei giorni. Cose che Israele non vuole concedere.
Pare che i negoziati saranno condotti nella massima segretezza, per evitare ingerenze. Ed è un bene, data la delicatezza della materia.
Erano tre anni che palestinesi e israeliani avevano interrotto ogni trattativa. L’annuncio di Kerry, pur se vago e indefinito, pur se soggetto alle incertezze del caso – acuite dai tanti fallimenti –, è una buona notizia.
Obama è al suo secondo mandato: è più libero, dal momento che non ha la preoccupazione di dover essere rieletto, e può giocare un ruolo in Medio Oriente che al primo mandato gli era precluso. Può essere la volta buona. O forse no. Ma tentare è un obbligo politico e morale. Ora tocca all’Europa favorire in tutti i modi l’iniziativa aggiungendo il suo peso sul piatto della bilancia. Non è un particolare esiziale, dal momento che il Medio Oriente si affaccia sul Mare nostrum e non sull’Atlantico.