14 Settembre 2012

Scontri e assalti alle ambasciate. Esplode l'ira contro l'America

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Giornata drammatica nei Paesi arabi, dove le sedi diplomatiche degli Stati Uniti sono state oggetto di contestazioni di folle inferocite. Motivo delle proteste il film contro l’islam, prodotto in America, sul quale grave un’ombra di mistero: pare sia stato prodotto da un cristiano copto con precedenti penali per truffa (in un primo momento sembrava fosse stato un israeliano). Critica la situazione a Sana’a, in Yemen, dove i dimostranti hanno forzato i cancelli dell’ambasciata e causato incendi all’interno. Anche al Cairo si sono verificate manifestazioni violente all’esterno della sede diplomatica Usa, dove si sono registrati diversi feriti negli scontri tra dimostranti e forze di polizia. Proprio la situazione in Egitto resta la più preoccupante: l’amministrazione Usa teme che la crisi metta in discussione il rapporto che si era creato con il nuovo governo dopo la caduta di Mubarak, con conseguente perdita di un  prezioso alleato in Medio Oriente. Il presidente egiziano Mohamed Morsi ha gettato acqua sul fuoco, ma ha anche ammonito: «Il profeta è una linea rossa invalicabile». Il Capo del Pentagono, Hilary Clinton, ha espresso «disgusto» per il film anti islam, mentre Obama ha rassicurato l’America: nulla resterà impunito, ma senza rinnegare la linea di dialogo con l’islam che la sua amministrazione ha tenuto fino a questo momento. Le manifestazioni anti Usa stanno mettendo a dura prova l’amministrazione Usa alla vigilia delle elezioni presidenziali.

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