Sexgate, la Mata Hari libanese inguaia il capo militare in Afghanistan
Tempo di lettura: < 1 minutePer l’esercito a stelle e strisce è un terremoto. Dopo David Petraeus a finire nel tritacarne di uno scandalo di natura sessuale è il generale John Allen, responsabile del contingente americano in Afghanistan. Indagando sulla vicenda Petraues, su imput proprio di Jill Kelly, l’Fbi aveva scoperto non solo la relazione tra il generale e Paula Broadwell, ma anche che tra la Kelly e Allen c’era stato un fitto scambio di mail, trentamila pare, che inducono gli inquirenti a pensare a un rapporto intimo.
Allen si difende, ma intanto la sua carriera è a rischio: era in procinto di prendere la guida della Nato nello scenario europeo, ma la sua nomina è stata bloccata.
Strano personaggio questa Kelly: volontaria presso la base di Tampa, organizza party ed eventi per i militari, ma è anche mediatrice (culturale?) con esponenti dei governi mediorientali. Probabilmente un agente. Resta da capire al servizio di chi.
Il problema di queste relazioni incrociate è simile: l’Fbi cerca di capire se le relazioni parallele hanno in qualche modo messo in pericolo la sicurezza nazionale, attraverso la comunicazione alle rispettive amanti di segreti di Stato.
Allen e Petreaus sono legati. Quando il generalissimo lasciò l’esercito per approdare alla Cia, indicò Allen come suo successore alla guida delle truppe Usa in Afghanistan. Simul stabunt simul cadent, secondo il motto latino.