"Via il reato di clandestinità"
Tempo di lettura: < 1 minuteLa Commissione giustizia del Senato approva, con i voti di Sel e Pd, un emendamento presentato dal movimento Cinque stelle che cancella il reato di clandestinità. Un passo di civiltà che può evitare il ripetersi di paradossi giudiziari come l’accusa di favoreggiamento per i pescatori che aiutano i naufraghi o l’incriminazione di migranti sopravvissuti a un naufragio, com’è accaduto ai superstiti di Lampedusa. Ma soprattutto cambia l’approccio all’immigrazione, non più solo un problema di ordine pubblico, ma emergenza umanitaria da affrontare con leggi adeguate.
La nuova norma deve passare ancora al vaglio dell’Aula, ma dovrebbe essere approvata: troppo vicina la tragedia di Lampedusa.
La Lega protesta nella speranza di lucrare consensi, mentre il Pdl è in forte imbarazzo: non può approvare, per via dell’alleanza con la Lega e la paura di perdere voti moderati (?), ma non può certo fare una campagna decisamente contraria. Non dopo l’ecatombe, non dopo le parole inequivocabili della Chiesa sul tema (per inciso: il Pdl non è l’erede della Dc, che sulla questione avrebbe avuto un approccio decisamente diverso).
L’inedita convergenza tra sinistra e M5S accende fantasie su un’eventuale nuova maggioranza di governo, al momento impossibile. Ma la vicenda segna ugualmente un passaggio importante. Per la prima volta il movimento di Beppe Grillo trova convergenze e alleanze. Da oggi è meno isolato e soprattutto dà l’idea di poter dare un contributo costruttivo alla risoluzione dei problemi che attanagliano l’Italia.
Ieri, doverosa anche se accolta da fischi, la visita del presidente del Consiglio Enrico Letta a Lampedusa, che si è inginocchiato presso le bare dei migranti. Anche il presidente della Ue Manuel Barroso ha fatto capolino nell’isola. Presenza importante, questa: forse è la volta buona che l’Europa si muove. Almeno c’è da sperarlo.