I cristiani in Terra Santa, il Muro e la violenza
Tempo di lettura: 2 minutiIl Coordinamento Terra Santa, organi dei vescovi del Medio oriente, ha emesso un comunicato drammatico, al termine di una serie di visite in terre stremate dalla guerra aperta (Siria) e meno dichiarata (Iraq e altri Paesi della regione). Questo un passaggio del comunicato: «Quest’anno abbiamo incontrato le comunità cristiane di Gaza, Betlemme, Beit Jala, Madaba e Zarqa. Nella valle di Cremisan abbiamo sentito parlare di battaglie legali per proteggere i terreni della popolazione locale e le istituzioni religiose dall’invasione della Barriera di sicurezza (“il muro”). Assicuriamo di continuare a sollecitare i nostri rispettivi governi affinché agiscano per prevenire questa ingiustizia. Abbiamo sentito commoventi testimonianze di religiose impegnate nella cura dei lavoratori migranti, delle persone vittime del traffico di esseri umani e dei prigionieri».
E ancora: «La nostra fede è stata arricchita dalla forza e dal coraggio delle persone che abbiamo incontrato: coloro con cui abbiamo condiviso una vivace celebrazione della Messa a Zarqa in Giordania; coloro si prendono cura dei più vulnerabili, come i profughi siriani e iracheni in fuga dal terrore e dalla violenza; coloro che lottano di fronte all’oppressione e all’insicurezza da una parte all’altra dei Paesi che compongono la Terra Santa. Ci sentiamo spinti a promuovere una pace giusta e invitiamo le comunità cristiane nei nostri paesi di origine e le persone di buona volontà in tutto il mondo a sostenere il lavoro intrapreso in questa regione per costruire un futuro migliore».
Il comunicato termina riprendendo le parole del Santo Padre al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, dove, ricordando il riconoscimento della Palestina come Stato osservatore dell’Onu, ha auspicato, ancora una volta, la riconciliazione di palestinesi e israeliani e «una pacifica convivenza nell’ambito di due Stati sovrani».