Anche Gesù è nato nella periferia del mondo
Tempo di lettura: < 1 minute«In una fase in cui tutto l’Occidente, e in particolare l’Europa, sembrano intrappolati in uno stato di depressione, timorosi come sono di perdere i privilegi cui hanno goduto negli ultimi secoli, ecco un Papa chiamato “quasi alla fine del mondo”, grazie al quale la prospettiva si rovescia bruscamente. Dal punto di vista storico è la fine dell’eurocentrismo, ma in senso più largo è un invito, molto insistente, rivolto alla cultura laica, che non può accontentarsi di lamentare la fine di un’epoca. Se l’Europa è a corto di speranza […] in gran parte del mondo l’orizzonte del futuro è tutt’altro che consumato». Così il sociologo Franco Cassano intervistato dall’Avvenire, il 27 novembre da Alessandro Zaccuri. Ma bella soprattutto un’altra risposta del sociologo: «Papa Francesco si richiama spesso alle periferie del mondo e questo, in fondo, non è strano: anche Gesù è nato alla periferia dell’Impero romano. La Chiesa ha poi conquistato una posizione centrale, ma la vicenda del Grande Inquisitore [riferimento all’opera di Dostoevskij nel quale l’Inquisitore processa Gesù ndr.] ci insegna che, se ci si sofferma esclusivamente su questa centralità, va perduto qualcosa di essenziale. Anzi va perduto l’essenziale della Chiesa, che è la fede in Cristo».