Gli ultimi e quei cenni di fede che rimandano alla misericordia di Dio
Tempo di lettura: 2 minutiSull’Avvenire del 7 gennaio, Andrea Galli racconta la storia di Chris Arnade. Laureato in fisica alla John Hopkins University, 20 anni di carriera in uno dei templi della finanza mondiale, la Solomon Brothers, Arnade lascia tutto e inizia a documentare la vita di Hunts Point, nel South Bronx. Della sua vita precedente racconta dei suoi viaggi in Argentina, a dettare ricette per il risanamento che servivano a far fare più soldi ai ricchi e alle finanziarie, tenendosi alla larga dai quartieri poveri. «Spostavamo numeri su fogli di lavoro elettronici, numeri che rappresentavano persone, Papa Francesco invece andava in quegli slum, regolarmente, e vedeva quello che noi non vedevamo». Poi un improvviso cambiamento, un nuovo sguardo alla realtà, una strana «empatia» per i poveri: inizia a frequentarli e a documentare la loro vita. «Le persone che più hanno sfidato il mio ateismo sono stati drogati e prostitute», racconta. Continua Avvenire: «Definitosi ateo all’età di 16 anni, da sempre ammiratore della prosa caustica di Richard Dawkins [noto, in particolare, per aver inventato la teoria dell’egoismo genetico ndr.], Arnade è arrivato a riconsiderare la sua posizione colpito dalla fede trovata tra i left behind, gli ultimi. Quelli che nella sua visione sarebbero dovuti essere i più convinti assertori della non esistenza di Dio, visto l’inferno in cui si trovano. E invece “Sarah, 15 anni passati sulla strada, porta una croce attorno al collo. Sempre. Michael, da 30 anni anche lui sulla strada, porta un rosario in tasca. Sempre. E in ogni casa di consumatori di crack, nell’edificio più squallido e desolato, si può trovare una Bibbia aperta fra siringhe, accendini e pipe da crack”. Takeesha, un’infanzia di abusi e una vita finita nel mercato del sesso a pagamento, ha chiesto al suo intervistatore di essere presentata così: “Prostituta, madre di sei figli e figlia di Dio“. “Siamo tutti peccatori – Ha scritto Arnade – e sulla strada i drogati, gli ultimi, nelle loro battaglie quotidiane e nella loro quotidiana vicinanza alla morte lo capiscono in modo viscerale».
Nota a margine. A nome dei tanti poveri peccatori che accompagnano questo sito, si ringrazia Andrea Galli di aver raccontato la storia di Arnade. E soprattutto di quegli ultimi nei quali Arnade si è imbattuto che, con quei piccoli cenni di fede che riporta il suo articolo, rimandano alla misericordia di Dio più tante altre cose.