Il Papa ai sacerdoti: è il Signore che plasma e rende buon pastore
Tempo di lettura: < 1 minuteParlando ai seminaristi del collegio di Anagni, il Papa ha detto: «Voi, cari seminaristi, non vi state preparando a fare un mestiere, a diventare funzionari di un’azienda o di un organismo burocratico», ma «pastori ad immagine di Gesù Buon Pastore».
«Di fronte a questa vocazione noi possiamo rispondere come la Vergine Maria all’angelo: “Come è possibile questo?”». Infatti, ha spiegato, essere pastori come chiede Gesù «è una cosa troppo grande, e noi siamo tanto piccoli». Ma è possibile perché «non è opera nostra», ma «dello Spirito Santo, con la nostra collaborazione»: «Si tratta di offrire umilmente sé stessi, come creta da plasmare, perché il vasaio, che è Dio, la lavori con l’acqua e il fuoco, con la Parola e lo Spirito».
Poi, accennando alla vocazione, ha accennato come all’inizio di questa «non sempre c’è una totale rettitudine di intenzioni»: una tentazione comune, ha continuato. Infatti, «tutti noi sempre abbiamo avuto queste piccole cose che non erano di rettitudine di intenzione, ma questo col tempo si risolve con la conversione di ogni giorno. Ma pensiamo agli apostoli! Pensate a Giacomo e Giovanni, che uno voleva diventare il primo ministro e l’altro il ministro dell’economia, perché era più importante. Gli apostoli… pensavano un’altra cosa e il Signore con tanta pazienza… ha fatto la correzione dell’intenzione e alla fine era tanta la loro rettitudine dell’intenzione che hanno dato la vita nella predicazione e nel martirio».