Il Papa: è Dio che evangelizza, altrimenti si propone se stessi
Tempo di lettura: < 1 minuteSenza «docilità alla voce di Dio nessuno può evangelizzare, nessuno può annunziare Gesù Cristo: in linea di massima, annuncerà se stesso». Così il Papa nell’omelia della messa celebrata presso la Casa Santa Marta l’8 maggio, prendendo spunto dal brano degli Atti degli apostoli nel quale Filippo incontra lungo la strada un ministro della regina d’Etiopia, il quale, dopo aver dialogato con l’apostolo, si converte e si fa battezzare.
Proseguendo a spiegare la vicenda narrata negli Atti, Francesco ha ricordato l’importanza del dialogo nell’opera di evangelizzazione, spiegando: «Non si può evangelizzare senza il dialogo. Non si può. Perché tu devi partire proprio da dove è la persona che deve essere evangelizzata […] Perdere il tempo con l’altra persona, perché quella persona è quella che Dio vuole che tu evangelizzi, che tu gli dia la notizia di Gesù è più importante. Ma come è, non come deve essere: come è adesso».
Quindi, concludendo la sua riflessione sulla conversione narrata negli Atti, ha affermato: «Chi fa l’evangelizzazione è Dio». E ha concluso: «Affidarsi alla grazia: è più importante la grazia che tutta la burocrazia […] Ricordiamo questo. E tante volte noi in Chiesa siamo una ditta per fabbricare impedimenti, perché la gente non possa arrivare alla grazia».