Il Papa e il cammino cristiano: non merito ma pura grazia
Tempo di lettura: < 1 minuteNon si capisce Gesù, non si conosce Gesù senza la Croce. «Possiamo arrivare fino a pensare che è un gran profeta, fa cose buone, è un santo», ma «Cristo Redentore senza la Croce non lo si può capire». Così il Papa nell’omelia della messa celebrata presso la Casa Santa Marta del 27 settembre, nella quale ha ricordato che anche i discepoli non capivano questo mistero.
Solo dopo la sua morte, ha spiegato il Papa, viene capito questo mistero (la «prima confessione» è quella del centurione romano). E ora come allora è difficile comprenderlo, così Gesù, «passo passo», ci «prepara per capirlo bene», ci «prepara ad accompagnarlo con le nostre croci nella sua strada verso la redenzione». Meglio, «Ci prepara ad essere dei cirenei per aiutarlo a portare la Croce. E la nostra vita cristiana senza questo non è cristiana. È una vita spirituale, buona… “Gesù è il grande profeta, anche ci ha salvato. Ma Lui e io no…”. Tu con Lui! Facendo la stessa strada. Anche la nostra identità di cristiani deve essere custodita e non credere che essere cristiani è un merito, è un cammino spirituale di perfezione. Non è un merito, è pura grazia».