Il Papa e la chiusura allo Spirito Santo che parla attraverso uomini limitati
Tempo di lettura: 2 minutiNell’omelia della messa celebrata presso la Casa Santa Marta il Papa ha messo in guardia da un certo genere di cristiani, quelli «che non sanno giocare con felicità, che sempre rifiutano l’invito degli altri: se suonano, non ballano; se cantano un canto di lamento, non piangono… nessuna cosa gli va bene». Cristiani che non sono aperti «alla Parola di Dio». Che rifiutano non tanto il messaggio, quanto il «messaggero». Così criticano Giovanni Battista perché «non mangia e non beve» e Gesù, perché dicono che «è un mangione, un beone, amico di pubblicani e peccatori».
«E loro, la gente di quel tempo, preferivano rifugiarsi in una religione più elaborata: nei precetti morali, come quel gruppo di farisei; nel compromesso politico, come i sadducei; nella rivoluzione sociale, come gli zeloti; nella spiritualità gnostica, come gli esseni. Erano con il loro sistema ben pulito, ben fatto. Ma il predicatore, no. Anche Gesù fa fare loro memoria: “I vostri padri hanno fatto lo stesso con i profeti”. Il popolo di Dio ha una certa allergia per i predicatori della Parola: i profeti, li ha perseguitati, li ha uccisi […] Preferiscono una vita ingabbiata nei loro precetti, nei loro compromessi, nei loro piani rivoluzionari o nella loro spiritualità».
Per loro è scandalo la libertà che viene dallo Spirito Santo, è scandalo la Croce, scandalizza «che Dio ci parli tramite uomini con limiti, uomini peccatori: scandalizza! E scandalizza di più che Dio ci parli e ci salvi tramite un uomo che dice che è il Figlio di Dio ma finisce come un criminale. Quello scandalizza».
E ha concluso: «Vedendo questi bambini che hanno paura di ballare, di piangere, paura di tutto, che chiedono sicurezza in tutto, penso a questi cristiani tristi che sempre criticano i predicatori della Verità, perché hanno paura di aprire la porta allo Spirito Santo. Preghiamo per loro, e preghiamo anche per noi, che non diventiamo cristiani tristi, tagliando allo Spirito Santo la libertà di venire a noi tramite lo scandalo della predicazione».