Il Papa e lo stupore di Matteo
Tempo di lettura: 2 minuti«E quell’uomo, seduto al banco delle imposte, in un primo momento Gesù lo guarda e quest’uomo sente qualcosa di nuovo, qualcosa che non conosceva – quello sguardo di Gesù su di lui – sente uno stupore dentro, sente l’invito di Gesù: “Seguimi! Seguimi!”. In quel momento, quest’uomo è pieno di gioia, ma è anche un po’ dubbioso, perché è tanto attaccato ai soldi. È bastato un momento soltanto – che noi conosciamo come è riuscito ad esprimerlo il Caravaggio: quell’uomo che guardava, ma anche, con le mani, prendeva i soldi – soltanto un momento nel quale Matteo dice di sì, lascia tutto e va con il Signore. È il momento della misericordia ricevuta e accettata: “Sì, vengo con te!”. È il primo momento dell’incontro, un’esperienza spirituale profonda». Così Papa Francesco nella Messa del 5 luglio in Casa Santa Marta. Così, ha proseguito il Pontefice, dopo lo stupore di quel primo incontro, «viene un secondo momento: la festa», «il Signore fa festa con i peccatori», si festeggia la misericordia di Dio che «cambia la vita»; quindi il momento del «lavoro quotidiano», nel quale c’è la «memoria […] di quei fatti! Di quell’incontro con Gesù che mi ha cambiato la vita! Che ha avuto misericordia! Che è stato tanto buono con me e mi ha detto anche: “Invita i tuoi amici peccatori, perché facciamo festa!”. Quella memoria dà forza a Matteo e a tutti questi per andare avanti». Gesù, ha concluso, «offre ai peccatori la grazia. “Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto, infatti, a chiamare i giusti, ma i peccatori”. Chi si crede giusto, che si cucini nel suo brodo! Lui è venuto per noi peccatori e questo è bello. Lasciamoci guardare dalla misericordia di Gesù, facciamo festa e abbiamo memoria di questa salvezza!».