Il Papa, il dono delle lacrime e la conversione
Tempo di lettura: < 1 minute«Ci farà bene, a tutti, ma specialmente a noi sacerdoti, all’inizio di questa Quaresima, chiedere il dono delle lacrime, così da rendere la nostra preghiera e il nostro cammino di conversione sempre più autentici e senza ipocrisia. […]«
«Nel brano di Matteo, Gesù rilegge le tre opere di pietà previste nella legge mosaica: l’elemosina, la preghiera e il digiuno. E distingue, il fatto esterno dal fatto interno, da quel piangere dal cuore. Nel corso del tempo, queste prescrizioni erano state intaccate dalla ruggine del formalismo esteriore, o addirittura si erano mutate in un segno di superiorità sociale. Gesù mette in evidenza una tentazione comune in queste tre opere, che si può riassumere proprio nell’ipocrisia (la nomina per ben tre volte) […] Sapete, fratelli, che gli ipocriti non sanno piangere, hanno dimenticato come si piange, non chiedono il dono delle lacrime
». Così Papa Francesco nell’omelia della messa di mercoledì delle ceneri del 18 febbraio.
Quindi, soffermandosi sul cammino quaresimale, questo «momento favorevole» per la conversione, ha ripetuto l’invito di san Paolo: «“Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”. Questo sforzo di conversione non è soltanto un’opera umana, è lasciarsi riconciliare
». E, a conclusione del suo intervento, ha aggiunto: «L’invito alla conversione è allora una spinta a tornare, come fece il figlio della parabola, tra le braccia di Dio, Padre tenero e misericordioso, a piangere in quell’abbraccio, a fidarsi di Lui e ad affidarsi a Lui
».