24 Aprile 2013

Il Papa: l'amore di Dio che sempre precede e l'apertura dell'uomo

Il Papa: l'amore di Dio che sempre precede e l'apertura dell'uomo
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Giotto, Giudizio Universale

«Nel Credo noi professiamo che Gesù “di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti”. La storia umana ha inizio con la creazione dell’uomo […] e si chiude con il giudizio finale di Cristo. Spesso si dimenticano questi due poli della storia». Così papa Francesco nell’Udienza generale di Mercoledì 24 aprile in Piazza San Pietro. «Con l’Ascensione – ha proseguito il Vescovo di Roma – il Figlio di Dio ha portato presso il Padre la nostra umanità da Lui assunta e vuole attirare tutti a sé, chiamare tutto il mondo ad essere accolto tra le braccia aperte di Dio, affinché, alla fine della storia, l’intera realtà sia consegnata al Padre». In quel giorno, ha soggiunto il Pontefice, «noi saremo giudicati da Dio sulla carità, su come lo avremo amato nei nostri fratelli, specialmente i più deboli e bisognosi. Certo, dobbiamo sempre tenere ben presente che noi siamo giustificati, siamo salvati per grazia, per un atto di amore gratuito di Dio che sempre ci precede; da soli non possiamo fare nulla. La fede è anzitutto un dono che noi abbiamo ricevuto. Ma per portare frutti, la grazia di Dio richiede sempre la nostra apertura a Lui, la nostra risposta libera e concreta. Cristo viene a portarci la misericordia di Dio che salva. A noi è chiesto di affidarci a Lui, di corrispondere al dono del suo amore con una vita buona».

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