Il Patriarca dei caldei e la guerra di "liberazione" irachena
Tempo di lettura: < 1 minuteIn Iraq i terroristi hanno festeggiato a loro modo l’anniversario dei dieci anni dall’intervento americano: con un’ondata di attentati che hanno fatto decine di morti. Il 20 marzo, Radio Vaticana ha intervistato monsignor Louis Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei. Alla domanda se quella guerra abbia portato benefici, avendo posto fine alla dittatura di Saddam (vulgata ancora oggi in voga), il nuovo Patriarca dei caldei ha risposto: «La guerra è sempre male e noi abbiamo un’esperienza molto brutta con le guerre: ci sono state sempre guerre in Iraq. Non sono venuti per realizzare la democrazia, per imporre la democrazia, perché è un qualcosa che non può essere imposta dall’alto, con un decreto. Bisogna formare la gente! Non sono venuti per salvare gli iracheni dalla dittatura. Come sta accadendo anche adesso nella primavera araba: loro predicano la democrazia, ma vendono armi o danno armi a tutti, anche l’America. Hanno cambiato l’Egitto e ora è la volta della Siria, dove c’è una guerra quasi civile. Le riforme non si fanno con le armi, ma con il dialogo. Se volevano cambiare le cose in Iraq, potevano farlo in altro modo, senza la guerra».