Il rabbino di Segni e papa Benedetto XVI
Tempo di lettura: 2 minutiSul suo sito, il vaticanista Sandro Magister riporta alcuni giudizi positivi del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, sull’attuale Pontificato. Ne riportiamo alcuni brani: «Occorre innanzitutto considerare la personalità di questo papa: Joseph Ratzinger appartiene a un gruppo di teologi per i quali il legame con l’ebraismo è una questione di primaria importanza. E questo non è affatto scontato: molti teologi non condividono questa sua linea. Ho l’impressione che il papa guardi al dialogo con il mondo ebraico con assoluto rispetto: senza tenere conto di questo aspetto non si potrebbe comprendere l’insistenza sua e nostra sulle differenze fra di noi, che ad un esame superficiale potrebbe apparire fin troppo oppositiva. È difficile tradurre in atti mediatici questo rapporto di reciproco rispetto: diciamo che con questo papa siamo in rapporti di buon vicinato, lontani da quegli slanci mediatici di entusiasmo che si erano visti con Giovanni Paolo II e che, a mio avviso, non erano privi di una certa ambiguità (…). Penso ad esempio al dibattito sul significato della definizione di “fratelli maggiori”, penso ai rischi di sincretismo in incontri come quello di Assisi, penso alla beatificazione di Edith Stein e al vero e proprio filone editoriale nato intorno al valore esemplare per la Chiesa della sua conversione… Direi che con l’attuale papa siamo in una fase diversa e molto particolare di un percorso di convivenza e vicinato».
Le dichiarazioni di Di Segni, riprese da Magister, sono apparse in un’intervista rilasciata alla rivista Terrasanta, promossa dalla Custodia di Terra Santa in Italia.